Chiude Grazia Neri

Anche i grandi se ne vanno. Chiude Grazia Neri, la storica agenzia fotografica fondata nel 1966. Sarà messa in liquidazione, come ha deciso il figlio Michele, che guida la società dallo scorso anno, quando la madre e fondatrice del gruppo, ormai arrivata ai 74 anni, gli ha passato il comando.

Una storia fatta di successi e di eleganza, vittima di una morsa: da una parte, la rivoluzione di internet che ormai da anni ha reso disponibile una sterminata miniera di materiali iconografici, spesso di scarsa qualità ma sostanzialmente gratis. Dall’altra, il colpo finale costituito dalla crisi mondiale e dalle sue ricadute sul falcidiato settore editoriale. Sempre meno testate sono infatti disposte a pagare una bella foto o, ancor meno, copicui fotoreportage dai prezzi magari fuori budget. «Il problema – ha spiegato Michele Neri – è che i giornali hanno tagliato drasticamente la spesa per le fotografie, hanno imposto una riduzione dei prezzi del 25-30%, un numero crescente di immagini utilizzate sono gratuite o scaricate da siti a costi molto bassi. Rispetto al mercato attuale probabilmente la nostra struttura è troppo grande».

Già nel corso dell’anno precedente erano emersi problemi piuttosto seri nella tenuta dell’azienda – sinonimo di scelte fotografiche di grande impatto e al contempo di sobrietà e decisione, come alcuni celebri rifiuti testimoniano  – per cui era stato ridotto il costo dell’affitto e anche il numero dei dipendenti, scesi in un anno da 31 a 18. Tuttavia, la pesante cura dimagrante non era bastata di fronte al crollo dei ricavi, caduti quest’anno del 40%.

Quella di Grazia Neri è solo l’ultima di una serie di clamorosi prepensionamenti delle agenzie fotografiche (basti pensare alla francese Gamma) spazzate via dal panorama del mercato internazionale a vantaggio dei giganti del settore come Getty images.

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