Boldini nella Parigi degli Impressionisti

Il prossimo 20 settembre il Palazzo dei Diamanti di Ferrara celebrerà le opere di Giovanni Boldini. Non si tratterà di una mostra antologica quanto invece di un’esposizione focalizzata sul lavoro dell’artista nel periodo tra il 1871 e il 1886; anni fondamentali per il Boldini che divenne, senza esagerazione, uno dei più alti esponenti dell’impressionismo.

Artista poliedrico e mai uguale a se stesso, Boldini, una volta trasferitosi a Parigi iniziò a ritrarre ogni angolo della città con una tecnica veloce e aggressiva ma mai confusionaria. Attento ad ogni realtà, raffigurò la metropoli passando dalle vie alle vedute di genere, dalle strade agli atelier, dai ritratti ai nudi. Al pari di altri impressionisti a lui contemporanei, Boldini seppe, nelle sue tele riportare la vita frenetica e pulsante della Parigi tardo ottocentesca.

Nato come puro macchiaiolo, l’atmosfera francese impressionista portò l’artista ferrarese a crescere e a imporsi come uno dei più celebri ritrattisti di tutto il mondo. Ispirato da maestri allora affermati e di successo come Meissonier e Fortuny, che influenzarono fortemente l’attività dell’autore, (basti vedere la scrupolosa cura dei particolari usata da Boldini e trasmessa da Meissonier così come la libertà nel tocco e nella scelta cromatica di Fortuny).

Giovanni Boldini, grazie ad uno stile pittorico elegante e a una tecnica raffinata, usata sia nelle vedute della città che nei ritratti fu capace di un particolare realismo. Proteso a raffigurare la realtà per come appariva con un’attenzione per i particolari l’artista ferrarese si impose di raffiugurare il vero. Esempio di questa ricerca sono alcuni dei suoi ritratti più celebri, come lo "Strillone parigino" o "Gertrude Elizabeth, Lady Colin Campbell" ma anche "Ritratto di Madame Charles Max" dove è spasmodica la cura rivolta alla raffiugrazione dell’abito indossato dalla donna. Singolare, poi, il "Ritratto di James McNeill Whistler". Queste opere, con un lieve seppur percepibile richiamo a colossi come Degas, Manet e Renoir, furono eseguite nell’ultimo decennio dell’800, il periodo più alto della maturità Boldiniana caratterizzata da un’originalità compositiva che rendeva le sue opere capolavori assoluti soprattutto per i ritratti di donna eleganti e al contempo sensuali.

Ferrara Arte in collaborazione con Clark Art Institute di Williamstown ha unito un centinaio di opere provenienti dall’Italia e dal mondo e concesse in comodato da gallerie come quella di Palazzo Pitti o dal Philadelphia Museum of Art o ancora dalla National Portrait Gallery di Londra, così come da svariate gallerie private. Ordinate in sezioni tematiche le opere saranno visibili fino al prossimo 10 gennaio.

Info: www.palazzodiamanti.it