
Come dimostrano gli scatti del milanese Alessandro Didoni alla birichina Lola Ferri, procace ventottenne da Udine – nota a un pubblico ristretto ma esigente per i conturbanti La donna di mio padre e L’estetista – e star emergente di quel mondo (un po’) porno che è ormai il più eclatante caso di discriminazione industriale della penisola italiota. Di cui ci si accorge solo ora che la rete lo sta ammazzando. E che tuttavia, a ben pensare, costituisce un pianeta assai più genuino di quel mesto mercato bovino che prende vita ogni giorno sulle nostre tv, caricato a pallettoni di carne nudissima eppure puzzolente come una macelleria messicana. Carne morta, ciclostilata, rigorosamente liofilizzata, pedofila direbbe qualcuno (come la società tutta, aggiungerebbe un altro).
Gli scatti di Lola – La cronaca dell’incontro
di Alessandro Didoni
La contatto su Facebook e le dico come vorrei fotografarla.
La sensualità e l’erotismo che si fondono con la dolcezza e la purezza.
Lei accetta, l’idea le piace.
Lola sa sedurre con la semplicità e l’umiltà di una ragazza intelligente.
Ama esibire il suo corpo, naturale ed esuberante.
Una di quelle persone che ti mettono subito a tuo agio col sorriso e la buona educazione.
Uno sguardo ammaliante e una voce suadente.
La raggiungo in Friuli dove vive in una casa di campagna.
Mi accoglie lei con occhiali Dior e tutina rosa (una favola) e la mamma, una deliziosa signora sorridente e ospitale.
Dal retro della casa si esce in un enorme prato verde con un orto sulla destra. Nel giardino raggiungiamo il fidanzato di Lola, che mi aiuterà ad allestire il set, e altri amici.
Mi ritrovo al tavolo con persone cordiali e simpatiche, davanti a birra, gelato, aperitivo e bruschette.
Mi rilasso, come fanno i milanesi quando cambiano aria e scappano dal cemento e dallo smog.
Quella sensazione piacevole di conoscere gente nuova.
Per le foto devo aspettare il buio, perché le faremo all’aperto.
E così il pomeriggio scorre in fretta, montiamo la coppa gigante, sistemo le luci e mentre alcuni preparano la carne alla brace io e Lola iniziamo.
Lei è brava, entra nella parte e con naturalezza fa un bagno nel latte e una doccia di miele.
Accarezza il suo corpo, si muove con classe.
Assapora e si culla nelle sensazioni.
E’ a suo agio, ha una predisposizione a mettersi in gioco.
Quando finiamo la mamma aiuta Lola ad asciugarsi e a lavarsi via i chili di miele che si è versata addosso.
Poi ci dice di andare a mangiare la carne che è ancora tiepida.
Resto a dormire a casa sua dopo una doccia, e l’indomani mattina riparto per Milano.