Un progetto di Simeti al Museo Carlo Zauli di Faenza

Il Museo Carlo Zauli di Faenza è un luogo di incontro tra artisti e artigiani che, attraverso workshop e residenze d’artista, sanno innescare un dialogo ceramico inserendolo nell’arte contemporanea.

Il progetto curatoriale, che nel 2003 nasce con lo scopo di avvicinare il percorso degli artisti all’uso della ceramica, ha visto coinvolti negli anni Alberto Garutti, Jonathan Monk, Ornaghi & Prestinari e molti altri esponenti della creatività contemporanea, chiamandoli a confrontarsi, in molti casi per la prima volta, con la materia tipica del territorio e a misurarsi con la figura di Carlo Zauli, i suoi spazi e il suo lavoro.

Uncinata di Francesco Simeti, visitabile fino al 15 febbraio 2019, si colloca all’interno di questa sperimentazione, allargandola, e fa riferimento nel titolo scelto dall’artista al termine che in morfologia botanica descrive la forma di alcune foglie.

Utilizzando la terra nera, e con l’aiuto dalla ceramista Aida Bertozzi, Simeti al Museo Zauli si è staccato completamente dalla bidimensionalità del wallpaper, pur ricollegandosi al suo lavoro sulle alabarde, per realizzare due sculture totemiche che uniscono foglie modellate per l’occasione e altre ottenute da stampi preesistenti realizzate da diversi artigiani locali.

Il progetto dell’artista siciliano di base a New York si compone nella sua totalità di tre passaggi differenti equamente importanti: la partecipazione iniziale al workshop Materia Montelupo curato da Matteo Zauli, esperienza preliminare alla collaborazione con il Museo Zauli. Una seconda fase a Faenza dedicata sia alla produzione che alla formazione e rivolta a studenti e professionisti della ceramica. Infine, la creazione dell’opera Uncinata, che vuole essere un punto di partenza per Heirloom, un progetto ceramico più ampio e in divenire, in grado di coinvolgere artisti da tutto il mondo in una call volta alla creazione di “un’opera collettiva che contribuisca a raccogliere, preservare e rendere fruibili frammenti di tradizione ceramica, quasi dei cimeli di famiglia svelati dalla scultura”. Il termine inglese scelto per questa embrionale impresa significa letteralmente “strumento o oggetto tramandato agli eredi”, ma si riferisce anche a piante “pure, coltivate di generazione in generazione avendo cura di preservarle in modo da sfuggire ai processi di ibridazione”.

Contaminazioni, intrecci e attenzione per la preservazione di una cultura, di una tradizione, di un luogo e di un tempo che trovano voce tanto nel lavoro di Simeti, quanto nell’atelier Zauli e in questo invito alla partecipazione rivolto a istituzioni e artisti internazionali.

Per info: Francesco Simeti. Uncinata, Museo Carlo Zauli, Faenza, mar – sab 10 / 13 e su appuntamento, ingresso gratuito, http://www.museozauli.it