Elke Dreier

Oltre la comunicazione verbale: il linguaggio del corpo al tempo del digitale

In un momento storico in cui il mondo è digitalizzato, la comunicazione è diventata rapida e dove basta un clic per esprimere pensieri e realizzare desideri, Elke Dreier, finalista al Talent Prize 2108, analizza i sistemi e i processi del linguaggio del corpo. Una comunicazione in permanente interazione e a confronto con le limitazioni poste all’espressione dalla fisicità corporea, scaturite dalla capacità solo parziale dell’essere umano di assecondare tutte le possibilità di movimento e dal suo essere dipendente da mere funzioni fisiche. «L’odierna delocalizzazione nel mondo digitale – spiega l’artista – porta gli essere umani a cercare nella tecnica la possibilità di ampliare la propria possibilità di movimento. Questi fattori, sommati tra loro, permettono al linguaggio del corpo di evolversi e modificarsi». Originaria di Monaco e attiva tra la città natale e Roma, studia nella classe di scultura dell’artista concettuale Olaf Nicolai, all’Accademia di belle arti di Monaco e si afferma immediatamente sulla scena artistica nazionale e internazionale. Obiettivo dell’artista tedesca è liberare la comunicazione e i movimenti umani dalla loro immediatezza, decifrandoli e rimettendoli in scena. Isolandoli dal loro contesto abituale, li studia e li analizza da un punto di vista prevalentemente formale. «In un contesto di permanente interconnessione – dice Dreier – indago il linguaggio del corpo e il suo interagire con gli evidenti limiti posti da un mondo digitalizzato».

Ad attirare la sua attenzione sono le sottili variazioni dell’interazione interpersonale, nelle quali intravede il fallimento quotidiano dell’agire sociale e la pura impossibilità di comportamento. Strumenti fondamentali in questo processo diventano video e annotazioni, pratiche che permettono a movimento e interazione di configurarsi al meglio. «Il video – aggiunge – è ad esempio un medium che permette a una precisa situazione di palesarsi, insieme alle sue variazioni spaziali, in diverse sequenze». Dalla volontà di analizzare le diverse forme di comunicazione che si sviluppano a fianco della comunicazione verbale, nasce Various Form Not Defined As Communication (2015). Dopo essersi confrontata con vari tipi di linguaggio, tra cui quello delle api e delle piante, e con l’empatia e la robotica, realizza un’installazione dove tutti queste lingue si materializzano e comunicano tra loro, unite da un grande tappeto blu a forma di cella d’alveare. Function For Dreams, del 2018, analizza invece il processo del sogno: «Qualche tempo fa – racconta l’artista – ho sognato di modificare un sogno con Photoshop. Da allora penso a cosa debba significare per l’inconscio tramutarsi in sogno».
Attraverso la combinazione casuale di comandi di Photoshop, vengono generate funzioni per i sogni. Il caso diventa impulso principale della creazione artistica. Un caso costruito, ma pur sempre soggetto alle sue leggi. Esattamente come nei sogni, dalla nuova combinazione di dati preesistenti, si giunge a una soluzione imprevedibile. Training for the Future è il nuovo progetto a cui si sta dedicando attualmente, un’installazione dove, sotto diversi punti di vista e percorrendo diverse stazioni, il futuro delle diverse forme di movimento e comunicazione dell’umanità viene messo alla prova. A interessarla è la frivola relazione e la riconquista da parte dell’umanità del proprio spazio d’azione, il proprio mettersi alla prova e l’ironico confrontarsi con il futuro dell’umanità, che perde sempre più autonomia rispetto alle innovazioni tecnologiche. «È un percorso – conclude Dreier – in cui ci si muove tra ciò che si può fare veramente e riflessioni sulla complessità della comunicazione non verbale, sull’interazione con intelligenze artificiali e sulla possibilità di un più ampio raggio di movimento. È un lavoro finalizzato a un cambiamento per il futuro».
Explanations and Some Clouds
È con l’installazione Explanations and Some Clouds (2017), che Elke Dreier si qualifica come finalista dell’undicesima edizione del Talent Prize 2018. L’opera è composta da sette video-sequenze in cui un uomo, l’astronomo Stefano Giovanardi, gesticola di fronte a un cielo azzurro intenso e spiega lo stato più attuale delle costellazioni, variando continuamente il suo gesticolare, mostrando, spiegando e interpretando. Parte dell’installazione è il disegno realizzato dopo la ripresa del video, che si propone come tentativo di ricostruire graficamente i collegamenti tra i vari movimenti. Dalle diverse sequenze scaturiscono collegamenti e immagini. Con riferimento alla comunicazione non-verbale, all’iconografia e a un linguaggio simbolico nasce, attraverso queste sequenze-video, una nuova, poetica narrazione di una storia risalente a centinaia di anni fa.
BIO

1984
Nasce a Memmingem il 21 ottobre

2015
Si laurea all’accademia di belle arti di Monaco

2016
Presenta una personale alla Collection Born di Monaco

2017
Partecipa alla mostra So Long, esito finale dei tre mesi di residenza alla Fondazione Pastificio Cerere di Roma

2018
Vince la Collection Born Residency allo Château de Dampierre-sur-Boutonne, in Francia

Info: elkedreier.de