L’Hangar che sarà

Sul finire del 2018, anno che ha portato lo spazio espositivo milanese Pirelli HangarBicocca a dialogare con 260.000 visitatori e ad essere nominato, con la mostra Lucio Fontana. Ambienti/Environments, nella categoria Best Impressionist and Modern ai Global Fine Art Award 2018, il Presidente Marco Tronchetti Provera, il Direttore Aristico Vicente Todolí e il Sindaco di Milano Giuseppe Sala annunciano l’intento di proseguire nella ricerca e nella sperimentazione artistica con un programma biennale di mostre ed eventi, oggi più che mai, eterogeneo, contemporaneo e trasversale. 

Otto personali dedicate ad artisti internazionali si alterneranno nei prossimi due anni negli spazi ex industriali di Pirelli HangarBicocca e metteranno a confronto tre diverse generazioni di autori dalle origini eterogenee: Italia, India, Spagna, Regno Unito, Filippine, Cina, Algeria. Personalità che hanno fatto dell’unione di più tradizioni (quella di nascita e quella di tradizione) una forza e un motore per immaginare nuovi scenari. Una pluralità di culture e linguaggi a testimonianza del fatto che «l’arte non ha passaporto, ma si nutre di individui», come ha dichiarato il direttore artistico dello spazio, Vicente Todolí.

«La cultura crea un senso di appartenenza e il piacere di essere parte di una città», ha detto il sindaco di Milano Giuseppe Sala aggiungendo che l città rappresenta «una realtà solida nel costruire le basi del futuro grazie a un meccanismo collaborativo che coinvolge diverse voci, tra le quali aziende come Pirelli», da sempre sostenitrice di quei movimenti culturali in grado di «alimentare un confronto capace di produrre nuovi valori e nuovi pensieri».

Le mostre, come sempre, sono tutte site-specific poiché, come spiega Todolí: «Lo spazio dello Shed influisce sugli artisti, mentre quello delle Navate determina la mostra, che viene concepita come un film. Piazza e Cubo costituiscono l’inizio e la fine di una narrazione; individuati questi due elementi, si costruisce insieme agli artisti il racconto/mostra che sarà irripetibile nel suo genere».

Il programma artistico comincia da febbraio con la prima grande mostra istituzionale in Italia di Giorgio Andreotta Calò. L’artista esporrà una selezione inedita di opere scultoree realizzate dal 2008 a oggi che, concepite come un unico paesaggio, trasformeranno la percezione dell’ambiente in dialogo con la luce naturale che confluirà nello Shed.

Seguirà, nello spazio delle Navate, la prima mostra personale dedicata all’artista Sheela Gowda (Bhadravati, Karnataka, India, 1957; vive e lavora a Bangalore), una delle maggiori esponenti dell’arte contemporanea in India, la cui pratica spazia dal disegno, alla scultura, a installazioni su larga scala. Il progetto espositivo presenterà, oltre a una nuova produzione, opere realizzate dal 1996 a oggi, caratterizzate da una forte dimensione spaziale e dall’uso di un’ampia varietà di materiali. E ancora, Daniel Steegmann Mangrané (Barcellona, 1977; vive e lavora a Rio de Janeiro) metterà al centro del progetto espositivo la dimensione fisica e sensoriale dello spettatore, mentre Cerith Wyn Evans (Llanelli, Galles, Regno Unito, 1958; vive e lavora a Londra), tra gli artisti europei più rilevanti degli ultimi venti anni, ridefinirà lo spazio delle Navate tramite un corpus di lavori recenti con cui si indagano e approfondiscono le potenzialità espressive della luce e del suono, in una prosecuzione ideale della mostra di Lucio Fontana nella visione del curatore Vicente Todolí.

Il 2020 si aprirà, invece, con la più grande mostra in una istituzione italiana dell’artista e film-maker americana di origini filippine Trisha Baga (Venice, Florida, USA, 1985; vive e lavora a New York). Un’ampia selezione di lavori genereranno narrazioni imprevedibili, attraverso complesse installazioni video 2D e 3D, sculture in ceramica e oggetti quotidiani con cui esplorare temi derivanti dalla Millennial Generation. Sarà poi la volta della retrospettiva dedicata a Chen Zhen (Shanghai, 1955 – Parigi, 2000), artista cinese che maggiormente ha saputo fondere l’espressività orientale con quella occidentale, approfondendo il rapporto tra spiritualità e moderna cultura capitalista. Il franco-algerino Neïl Beloufa (Parigi, 1985; vive e lavora a Parigi), per la sua prima mostra personale in Italia, riunirà una ricca selezione di opere, come film, installazioni e sculture, creando ambienti immersivi di cui lo sguardo dello spettatore è parte integrante. Chiuderà questi ventiquattro mesi la mostra personale e inedita dedicata a Steve McQueen (Londra, 1969; vive e lavora tra Londra e Amsterdam), realizzata in collaborazione con la Tate Modern di Londra e curata da Vicente Todolí insieme a Clara Kim, Senior Curator, e Fiontán Moran, Assistant Curator alla Tate Modern.

Completeranno la proposta 2019 e 2020 il Public Program, un vasto palinsesto culturale in dialogo con le mostre e gli artisti, e un ampio lavoro di divulgazione, sia cartaceo che in situ grazie all’attività dei mediatori culturali presenti nelle sale e disponibili al dialogo con il pubblico.

Info: www.hangarbicocca.org

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