Ennio Calabria, la mostra

Gli ultimi sessant’anni della storia d’Italia e del mondo, raccontati nella mostra Ennio Calabria. Verso il tempo dell’essere. Opere 1958-2018. La Fondazione Terzo Pilastro – Internazionale dedica al Maestro una retrospettiva completa, fortemente voluta dal presidente Emmanuele F.M. Emanuele, che racconta il percorso di uno degli artisti che ha attraversato gli ultimi decenni restando sempre fedele alla linea, e alla pittura. Quella di Ennio Calabria è «una pittura di storia, in senso etimologico – puntualizza il curatore della mostra Gabriele Simongini – mai illustrativo, con una profonda identificazione fra vicende collettive e autobiografia interiore». Allo stesso tempo rivoluzionario e reazionario, ma con orgoglio, resistente alle tendenze e alle mode, Calabria è uno degli ultimi interpreti viventi della figurazione del Novecento: visitare la sua personale è come immergersi in un corso monografico di storia dell’arte contemporanea italiana. Il suo, però, è anche uno sguardo vivace e in continuo rinnovamento che vede la solida propensione al figurativo di gran parte della sua carriera rarefarsi nelle atmosfere più evanescenti della maturità. L’esposizione è organizzata nelle sale di Palazzo Cipolla, seguendo un criterio a ritroso. Lo spettatore è accolto dalle opere più recenti, coronate da quattro aforismi dell’artista, tele dalle grandi dimensioni, dalla cromia armonica sia nell’opera in sé sia nel loro insieme. L’anziano pittore si arroga, a buon diritto, il ruolo di vate per le future generazioni e per il suo pubblico, per i quali distilla frasi perentorie su di sé, sulla Storia, sul mondo e sull’arte.

Ennio Calabria. Verso il tempo dell’essere è la mostra più completa dedicata al pittore, e mette insieme circa ottanta opere, tra quadri, manifesti, pastelli, alcuni di questi provenienti da collezioni private, altre dallo studio di Calabria, altri ancora realizzati apposta per l’occasione. Il protagonista della mostra a Palazzo Cipolla è stato definito dalla critica come uno dei rappresentanti più interessanti della sua generazione, quella emersa tra gli anni Cinquanta e Sessanta. Nel 1961 ha fondato, con i colleghi Attardi, Farulli, Gianquinto, Guccione e Vespignani e insieme ai critici Del Guercio, Micacchi e Morosini il gruppo Il pro e il contro, un baluardo del figurativismo europeo ai tempi dell’informale e dell’astratto. Calabria è quello che Antonio Gramsci avrebbe definito intellettuale organico, ovvero qualcuno che della Storia non solo si interessa, ma che partecipa attivamente ai suoi processi. «Un uomo coerente, autentico e profondo – aggiunge Emanuele, primo promotore dell’esposizione – dalla vita costantemente praticata». La ricerca di Calabria è strettamente legata ai processi sociali, culturali e politici del suo tempo, a partire dai suoi protagonisti di cui il pittore esegue dei ritratti. Troviamo, tra gli altri, esposti i volti di Italo Calvino, Luis Borges, Mao Tse Tung, Papa Giovanni Paolo II e altre icone del Novecento politico, intellettuale e spirituale. Dagli eroi singoli alle grandi visioni d’insieme, Calabria tocca i suoi vertici più alti nella rappresentazione di grandiose scene di massa, dove la folla diventa il vero personaggio principale della storia del secolo scorso. Privato e pubblico si intrecciano nella poetica di Ennio Calabria, che non trascura un’intensa analisi di sé e della sua storia familiare, colta nella serie di autoritratti e, ad esempio, nel ritratto della madre vestita da sposa in Biografia rivisitata del 1989. Gli ultimi lavori raccontano, invece, la più recente impressione del Maestro nei riguardi della fluidità dei rapporti sociali e dell’uomo stesso: per questo le figure e le tinte si fanno evanescenti, la sua visione diventa più simbolica e meno legata al figurativismo che l’ha sempre caratterizzato.

Dal 20 novembre al 27 gennaio, Museo di Palazzo Cipolla, Via del Corso 320, Roma, info: www.civita.it

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