Al produttore francese Jean Louis Livi le chiavi di Firenze

Firenze

Il grande produttore francese Jean Louis Livi ha ricevuto le chiavi della città di Firenze in segno di onore e apprezzamento per il suo lavoro nell’industria cinematografica e per l’attaccamento alla Toscana, terra di origine della sua famiglia. La cerimonia di consegna ha avuto luogo a Palazzo Vecchio alla presenza della vicesindaca del capoluogo toscano, Cristina Giachi, del direttore del Festival del cinema francese, France Odeon, Francesco Ranieri Martinotti e del Presidente Riccardo Zucconi.

Nelle parole della vicesindaca le motivazioni per la consegna di questa alta onorificenza: «Livi – ha detto Giachi – è uno dei grandi produttori di cinema capace di offrirci al fianco di talentuosi registi uno spaccato della varietà e ricchezza della settima arte d’oltralpe. Per Firenze e il festival «France Odeon» un amico speciale».

Nipote di Yves Montand, Livi ha la Toscana nel cuore: frequentata da sempre il festival di cinema francese di Firenze, già da quando questa manifestazione fondata dal regista Martinotti si chiamava France Cinéma. Vi ha partecipato sia da semplice amante del cinema sia con film da lui prodotti, come ad esempio Aimer, boire et chanter di Alain Resnais, Henri di Yolande Moreau et Camille Redouble di Noémie Lvovsky.

Originaria di Monsummano alto, la famiglia Livi lasciò la Toscana negli anni Venti dopo che squadre fasciste bruciarono il laboratorio da artigiano del capostipite in cui si producevano scope. Inizialmente dovevano andare a New York, ma non trovando posto sulle navi in partenza per gli states, che erano tutte piene, i Livi finirono a Marsiglia da dove ripartirono.

«Pagine tristi quelle che hanno portato alla fuga dall’Italia di tante intelligenze e che fanno molto riflettere su quanti ingegni e quante creatività, a causa delle persecuzioni fasciste, abbiano dovuto abbandonare il nostro Paese – ha detto la vicesindaca Cristina Giachi nel suo intervento – questa vicenda, però, offre anche ragioni di speranza. Da quelle persecuzioni nascono il radicamento di questa famiglia in Francia, la figura di Yves Montand e questa storia di passione e di legame con Firenze, con Jean-Louis Livi che porta qui il cinema francese e diventa cittadino di Firenze. Una pagina che dunque racconta della nostra capacità di riscrivere la storia e, attraverso la cultura e attraverso pagine di bellezza e pienezza di vita».

Livi era accompagnato dalla moglie Caroline Sihol e dal figlio Victor (nella foto in alto con il padre e con Francesco Ranieri Martinotti a sua volta con la figlia Enrichetta) e da un gruppo di amici e cineasti francesi. La sua filmografia è impressionante, la sua carriera ricca di successi prima come agente cinematografico, poi come direttore di teatro e produttore. Tra i film di maggiore fortuna da lui prodotti ricordiamo Un cuore in inverno di Claude Sautet e Tutte le mattine del mondo di Alain Corneau.