Romaeuropa festival, ci siamo

Between worlds: un nome che più delle edizioni precedenti chiarisce gli intenti che da sempre (ma in particolare quest’anno) muovono l’operato del Romaeuropa Festival. Se infatti la manifestazione si è sempre distinta per un’apertura verso i paesi stranieri; questa edizione, la trentatreesima, allarga la sua mano oltre l’Europa. Ma cominciamo dall’inizio: appuntamento a partire dal 19 settembre e da lì fino al 25 novembre per il densissimo programma della manifestazione che conquista 19 location diverse fra teatri, musei e biblioteche. E poi le varie sezioni, sette: Storie, Visioni, Suoni, Anni luce, Dancing Days, Kids and Family e Digitalive.

«Il Romaeuropa festival – aveva detto il vice sindaco Luca Bergamo alla presentazione del programma – è Roma mondo festival; lo era da un po’, ma ora lo è ancora di più, è sempre stato il progetto che ha esplorato quello che succedeva fuori, nel mondo». Ed è stato poi il direttore generale della fondazione Fabio Grifasi che ha chiarito il titolo: « Between worlds non esorcizza le paure, le sentiamo, le sentono le nostre società piene di questi timori. Bisogna però incontrare mondi diversi, capirli, provare fare festa con loro. Festa dentro un festival: questa ci è sembrata l’urgenza».

E quindi, a conferma di questa nuova vocazione extraeuropea, nel programma della manifestazione troviamo appuntamenti che portano a Roma, tra gli altri, l’Africa, l’Israele, il Libano, la Siria e il Vietnam. Come non citare, per esempio la coreografa Sharon Eyal che con Love chapter II porta la sua danza sensuale israeliana al teatro Argentina dal 24 al 26 settembre; oppure il libanese Omar Rajeh con #minaret,una coreografia per droni, danzatori e musicisti, sempre al teatro Argentina dal 29 al 30 settembre; o ancora la regista Caroline Guiela Nguyen che porta le atmosfere del Vietnam con lo spettacolo Saigon, una riflessione poetica sul post-colonialismo in programma il 29 e 30 settembre all’Auditorium parco della musica. Possiamo ancora citare due spettacoli: Kirina, un’opera per 9 danzatori, 1 attore, 4 musicisti, 2 cantanti e 40 figuranti nata dalla collaborazione tra il coreografo Serge-Aimè Coulibaly, la cantante maliana Rokia Traorè e lo studioso e scrittore Felwine Sarr in scena all’Argentina dal 19 al 22 settembre; e Kingdom di Agrupación Señor Serrano, un mix di cinema e teatro che porta il mito di King Kong sul palco dell’Auditorium dal 25 al 26 settembre.  

Articoli correlati