Il vicesindaco leghista censura l’opera della Abramovic per la Barcolana

Trieste

”We are all in the same boat”, questo lo slogan che recitava il manifesto realizzato da Marina Abramovic in collaborazione con Illy per La Barcolana di Trieste, storica regata, in occasione dei suoi 50 anni. Ve ne abbiamo parlato qui, ma negli ultimi giorni pare che la faccenda si sia complicata. Il vicesindaco leghista Paolo Polidori ha difatti deciso di ritirare il manifesto di Marina Abramovic, giudicandolo un’«opera orribile, che deve sparire». Sono valse a poco le spiegazioni degli organizzatori della Barcolana, in programma dal 5 al 14 ottobre e anche le rassicurazioni di Mitja Gialuz, presidente della Società velica di Barcola e Grignano (organizzatrice della manifestazione), e di Andrea Illy, patron dell’azienda Illy (partner dell’evento e committente del manifesto), sul fatto che il manifesto fosse portatore di un messaggio di sostenibilità. «Abbiamo un destino comune, dobbiamo prenderci cura della terra e che possiamo raggiungere la felicità solamente attraverso l’altruismo», ha detto Illy. Ma già agli inizi di luglio, il vicesindaco aveva dichiarato che fosse «inaccettabile, di pessimo gusto, immorale che si faccia propaganda politica con una manifestazione, la Barcolana, che appartiene a tutta la città», e aveva annunciato l’intenzione di muoversi per ritirare il sostegno del Comune all’evento. Le ultime sono le minacce di togliere i fondi alla manifestazione in un’intervista a Repubblica, e ribadendo sul suo profilo Facebook che il manifesto non comparirà a Trieste. Ora attendiamo gli sviluppi di una vicenda che da molti viene già letta come un violento episodio di censura verso un’opera d’arte, pericoloso evento per il presente e il futuro del nostro paese.