Sappiamo perché il cielo di Munch ha quei colori: è una questione metereologica

Londra

Per secoli abbiamo creduto che il cielo dietro l’Urlo di Edward Munch fosse espressione dello stato interiore del protagonista, che del resto non nasconde il suo disagio spalancando la bocca e coprendosi le orecchie con le mani. Eppure potrebbe non essere così. A insinuare il dubbio è stato un articolo scientifico apparso sulla rivista Bulletin of the American Meteorological Society. Il testo scritto da Fred Prata, Alan Robock e Richard Hamblyn ipotizza come la palette cromatica così violenta potrebbe essere una rappresentazione realistica di un fenomeno metereologico comune nel Sud della Svezia. Viene chiamato Nuvole di madre perla proprio per gli insoliti cromatismi che caratterizzano questo evento. In più aggiungono gli autori, questo potrebbe essere anche il primi dipinto a noi noto che rappresenta le Nuvole di madre perla.

Ma l’articolo riserva anche un’altra sorpresa, questa volta sulle mani del protagonista. Robock scrive infatti come leggendo cosa scrive Munch sul cielo del quadro, cioè urlante sangue e fuoco, si può pensare che si riferisse all’eruzione del vulcano Krakatau e che le orecchie coperte sarebbero per non sentire il rumore (fisico e metafisico) di un cielo violento.