L’altro sguardo

Oltre duecento fotografie tutte scattate da donne che, a dispetto di un mestiere per lungo tempo appannaggio quasi esclusivamente maschile, hanno lasciato un segno nel panorama fotografico italiano dagli anni sessanta a oggi. Le opere, provenienti dalla Collezione Donata Pizzi ed esposte per la prima volta alla Triennale di Milano, sono in mostra al Palazzo delle Esposizioni di Roma fino al 2 settembre. Articolata in quattro sezioni, la mostra spazia dai temi di denuncia sociale (Dentro le storie) al pensiero femminista (Cosa ne pensi tu del femminismo?) fino ai temi legati all’identità e alle relazioni affettive (Identità e relazione) e alle sperimentazioni (Vedere Oltre). Sono circa settanta le reporter italiane, appartenenti ad ambiti e generazioni diverse, che hanno saputo interpretare in maniera originale eventi e pensieri del nostro tempo. Si passa dai lavori delle pioniere Paola Agosti, Elisabetta Catalano, Lina Pallotta, Marialba Russo, per citarne alcune, alle ultime sperimentazioni di Marianna Ballo Charmet, Moira Ricci, Gea Casolaro, Silvia Camporesi, Monica Carocci, Luisa Lambri e tantissime altre. Le opere testimoniano, inoltre, i momenti significativi della storia della fotografia, i mutamenti estetici e tecnologici che l’hanno caratterizzata. «La fotografa Donata Pizzi – ha spiegato la curatrice Raffaella Perna – ha sperimentato in prima persona la difficoltà di essere donna e fotografa. La raccolta ha il fine di promuovere e valorizzare le opere di fotografe italiane che ruotano intorno a temi come la centralità del corpo e le sue trasformazioni, il vissuto personale, quotidiano e familiare, il rapporto tra memoria privata e collettiva. Si passa dalle foto di impegno politico a foto sperimentali basate sull’esplorazione delle potenzialità espressive del mezzo».

Nella sezione Dentro le storie, ad esempio, è messa in risalto la propensione delle fotografe a testimoniare storie dimenticate dall’opinione pubblica, con immagini di persone emarginate. Ed ecco allora le foto sui travestiti genovesi di Lisetta Carmi oppure quelle sulla realtà disumana nei manicomi di Carla Cerati. E ancora le fotografie che ritraggono le campagne poverissime di Paola Agosti, fatte di volti e ambienti destinati all’oblio. Nella sezione Cosa ne pensi tu del femminismo?, i temi sono il corpo, la maschera, le disparità tra i sessi, l’anticonformismo. In questa sezione l’autoritratto ha un ruolo importante per comunicare una nuova immagine della donna. Nel dittico Bianca Menna e Tomaso Binga. Oggi spose la fotografa si ritrae nella duplice veste di marito e di moglie. Nella sala Identità e Relazione, invece, le immagini ritraggono il quotidiano, storie familiari, l’affettività. Dagli anni novanta, infine, si sperimentano tecniche nuove . Ecco che la sezione Vedere Oltre si apre a soluzioni spesso più ricche rispetto al passato. Come nella serie Lucciole di Paola Di Bello dove la superficie fotografica è impressionata dalla luce emessa da venticinque lucciole, raccolte in campagna dall’artista, trasportate in camera oscura e lasciate camminare sui fogli di pellicola in bianco e nero. L’esposizione è arricchita dal documentario Parlando con voi , con le interviste rilasciate dalle fotografe in mostra.

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