Mary e il mostro

«L’amore che è in me è talmente grande che tu stenteresti a immaginarlo e il mio furore ha un’intensità che tu non puoi concepire. Se non troverò il modo di soddisfare l’uno, darò libero sfogo all’altro». Così ”la creatura” – interpretata da Robert De Niro – protagonista del film Frankenstein di Mary Shelley (1994), diretto da Kenneth Branagh (che veste i panni di Victor Frankenstein). La pellicola è una più che valida trasposizione sul grande schermo di Frankenstein, o il moderno Prometeo, il romanzo scritto dall’autrice britannica Mary Shelley fra il 1816 e il 1817 e dato alle stampe nel 1818.

In occasione dei duecento anni dalla sua pubblicazione, la casa editrice Il castoro presenta Mary e il mostro (320 pagine, 15.50 euro), il racconto illustrato e in versi liberi dell’incredibile vita dell’autrice di Frankenstein, un diretto e affascinante ritratto delineato tra parole e immagini in bianco e nero. L’autrice del volume – tradotto da Rossella Bernascone – è Lita Judge, nata in Alaska, che ha firmato e illustrato oltre venti libri, tra narrativa e non fiction. Nel caso di Mary e il mostro (sottotitolo: Amore e ribellione. Come Mary Shelley creò Frankenstein) parliamo del frutto di un lavoro durato cinque anni, che è stato portato avanti da Judge lungo un doppio binario: da una parte, attraverso lo studio approfondito delle biografie e delle lettere della scrittrice, saggista e biografa inglese; dall’altra, grazie ai numerosi viaggi intrapresi da Judge (che prima di dedicarsi ai libri era una geologa e lavorava sui fossili di dinosauro) nei luoghi in cui Mary Shelley ha vissuto.

”Il romanzo Frankenstein è una delle opere più famose e indimenticabili del romanticismo. Quasi tutti ne abbiamo sentito parlare, ma pochi sanno che la sua autrice era un’adolescente scappata di casa, incinta, rinnegata dalla famiglia e rifiutata dalla società”, si legge nell’introduzione. Dunque, seppur ci stiamo confrontando con una delle più grandi narrazioni di sempre, in qualche modo anche anticipatoria dell’attualità – ”questo romanzo mette in guardia i lettori contro le terribili conseguenze che possono verificarsi quando l’uomo tenta di conquistare la natura. Ed è anche una critica radicale alla società del suo tempo” – è importante ricordare la storia di chi ha creato questo racconto oscuro e appassionante, le cui vicende – tra avventure e tormenti interiori – non sono meno drammatiche e avvincenti.

Certo, il punto forte di questa biografia illustrata sono le illustrazioni ad acquerello, determinanti nel delineare le atmosfere gotiche e romantiche dell’epoca. Da parte sua, Mary Shelley ha combattuto (pagando in prima persona) tutto ciò che la società di allora si attendeva dalle donne (”le ragazze dovevano essere gentili e obbedire alle regole, dovevano essere silenziose e ingoiare punizioni e dolore”); aveva soltanto sedici anni, infatti, quando rimase incinta – avrebbe perso la sua bambina, morta pochi giorni dopo la nascita – e lasciò la sua famiglia (meglio, il padre la cacciò di casa) per seguire il proprio cuore e un uomo sposato che amava. Partita dalla sua Inghilterra, arrivò in Francia, per poi tornare nel paese natale e rimettersi, subito dopo, in viaggio per l’Europa fino all’approdo in Svizzera, dove incontrò il poeta Lord Byron che la sfidò a scrivere un racconto sui fantasmi. Da qui la nascita della creatura, Frankenstein, che nel prologo ammette in prima persona: ”Erano in tanti a non credere che fosse stata Mary Shelley, poco più che adolescente, a scatenarmi: una creatura così potente e assassina da perseguitarli nei sogni”.

Info: www.castoro-on-line.it

Articoli correlati