Addio a Robert Indiana, maestro della Pop Art e autore dell’opera più plagiata al mondo

Vinalhaven

A pochi giorni dalla morte di Nicola Carrino, arriva la notizia di un’altra grande perdita per il mondo dell’arte internazionale. Robert Indiana, al secolo Robert Clark se ne è andato a 89 anni, nella sua casa nel Maine, e con lui se ne va un pezzo importante della Pop Art. A dare ufficialmente notizia, l’avvocato che ne curava gli interessi, che ha parlato di  arresto respiratorio. Nato a New Castle nel 1928 è stato scultore, scenografo e costumista statunitense anche se la sua fama si collega soprattutto alle sue cosiddette poesie scultoree. Nel 1954 si trasferisce a Manhattan, dove inizia a frequentare la comunità artistica, stringendo amicizia con Jack Youngerman, Agnes Martin e Cy Twombly e inizia a sperimentare i primi assemblaggi di grandi dimensioni, trovando in magazzini abbandonati i materiali per le sue opere: travi di legno, ruote di metallo e oggetti di ferro. Nel 1964 fa una comparsa in Eat, il film sperimentale di Andy Warhol, in cui Indiana mangia un fungo durante un’unica ripresa da 45 minuti. Proprio il titolo del lungometraggio diventerà una delle sue opere più celebri. EAT, HUG, HOPE e più di tutte LOVE sono le brevi parole trasposte da Indiana in immagini potenti ma semplici, che si sono trasformate in vere e proprie icone per gli addetti ai lavori e non. Lo stesso Indiana ha definito Love l’opera più plagiata del XX secolo, battuta in asta nel 2011 per ben 4.1 milioni di dollari. Questa immagine, creata inizialmente per una cartolina natalizia per il Museum of Modern Art, viene inclusa nel 1973 su un francobollo celebrativo da otto centesimi emesso dal Servizio postale degli Stati Uniti, il primo della loro serie regolare di love stamps.