La politica di Runfola in mostra in Svizzera

Aldo Runfola è il protagonista dell’ultimo appuntamento di Engagé, la rassegna artistica di forte matrice politica creata da Fosco Valentini e Franco Marinotti per la Fabbrica del Cioccolato, la fondazione per l’arte la cultura e lo spettacolo che ha sede a Blenio in Svizzera. La mostra, in programma dal 5 al 19 maggio, ha al suo centro uno degli elementi costituenti la ricerca dell’artista di origini palermitane che oggi divide il suo lavoro tra Berlino, Milano e NewYork.

”Il punto di partenza e quello d’arrivo – scrive Runfola – sono rispettivamente l’abitazione e lo studio dell’autore. Su questo itinerario che riprende e amplia la figura topica dello studio dell’artista intento a mappare lo spazio intorno a sé per riprodurre idealmente il percorso che milioni di persone compiono ogni giorno dalle proprie case ai luoghi di lavoro, viene a inscriversi con forza evocativa inattesa perché non premeditata la parola biblica di un brano del Deuteronomio (il decalogo, secondo discorso di Mosé). L’intenzione esplicita – prosegue Runfola – è quella di sondare in che misura il testo sacro possa dirsi attuale ed eventualmente precisarne la natura. La rilevazione/rivelazione, se così si può dire, è resa possibile dal confronto tra le due realtà, il tracciato mondano e la scansione del testo che, unico elemento di spettacolarizzazione, viene riprodotto ‘in diretta’, come se qualcuno battesse sui tasti di una vecchia macchina da scrivere, drammatizzando la parola, qui ed ora. Brani di musica classica trasmessi da una radio locale definiscono un terzo livello che si pone tra le immagini e le parole del testo, mediazione culturale tra il ‘verbo’ e la realtà. Immagini musica e parole – conclude l’artista palermitano – si presentano come sono senza preventiva interpretazione che non sia già contenuta nella pura presenza, lasciando libero lo spettatore di creare autonomamente, forse con originalità, la propria visione del mondo, il senso mitologico delle cose. Oppure, io credo, constatare l’evidenza, la supremazia della parola sull’immagine”.