Coliva sospesa per 6 mesi

Per preservare le attività e la reputazione di uno dei più importanti musei d’Italia stanno girando una lettera aperta, firmata da molti direttori di musei, e una petizione internazionale lanciata su Change.org, in cui viene richiesta l’immediata revoca della sospensione di Anna Coliva in attesa della sentenza del tribunale penale. La convinzione è che il ritorno della direttrice sia la migliore garanzia per salvaguardare Galleria Borghese.

Ma facciamo un passo indietro: un mese dopo la chiusura della grande mostra dedicata a Bernini, che non solo ha conquistato i visitatori, ma che è stata anche considerata da critica e stampa come la più bella dell’anno, portando più di 2.500.000 euro d’incasso, la direttrice Coliva ha dovuto affrontare una sospensione di sei mesi con l’accusa di assenteismo. Le indagini giudiziarie sono state scatenate a seguito di un esposto anonimo risalente al 2014. La Coliva è accusata di essersi assentata da Galleria Borghese senza aver registrato il proprio allontanamento dal luogo di lavoro, per un totale di 40 ore e 59 minuti. «L’ammontare delle ore che mi contestano è esiguo, considerando che ne avevo quasi 100 da recuperare entro l’anno, altrimenti le avrei perdute, come è accaduto e sempre mi accade – dichiara in sua difesa la direttrice – inoltre, in quei giorni ero o in ferie o, soprattutto, in permesso personale. Un’unica volta ho dimenticato di timbrare, tutti gli altri giorni contestati ero in missione, ad esempio al convegno su Bernini in San Giovanni dei Fiorentini, o a incontri per la mostra in preparazione su Giacometti in Galleria».

L’accusa mossa alla Coliva è pesante e le conseguenze, soprattutto in prossimità del rinnovo dell’incarico ai vertici del museo, potrebbero essere significative. La cosa che però ha sorpreso i più è stata la durezza con cui è intervenuto il Ministero dei Beni Culturali che, a un mese dalla prima udienza, ha avviato nei confronti della direttrice un procedimento di sospensione esemplare: sei mesi, che di consueto rimane congelato in attesa della sentenza. L’importante decisione oltretutto è stata presa in tempi rapidissimi: 20 giorni in tutto, quando ce n’erano 60 a disposizione, fidandosi di un frettoloso rinvio a giudizio, assumendolo come fosse una condanna passata in giudicato. Il mondo dell’arte ha accolto con grande stupore la decisione così radicale del Ministero, e in generale, per tutti coloro che hanno potuto fruire del grande impegno di Coliva è davvero difficile far coincidere l’immagine della direttrice con quella di una assenteista, considerando il ritmo inesauribile della sua produzione espositiva e i risultati della sua cura organizzativa. Il susseguirsi serrato di mostre e di attività culturali della Galleria Borghese negli anni in cui Anna Coliva l’ha diretta, infatti, non ha avuto eguali nei musei italiani e per questo ha ricevuto, dall’estero, encomi e onorificenze.

La vicenda non getta discredito solo sulla diretta interessata, ma anche sull’intera istituzione museale. In un periodo di grande fermento per gli innumerevoli progetti avviati, quali ad esempio il Caravaggio Research Institute, la Galleria Borghese rischia di brancolare nel buio, rendendo vani tutti gli sforzi attuati negli ultimi 10 anni, che le hanno portato grandi risultati e lustro a livello nazionale e internazionale. Non resta che attendere che l’autorità faccia i propri accertamenti, anche se forse si poteva auspicare che l’intera vicenda fosse trattata in maniera differente, visti i meriti riconosciuti in questi anni alla direttrice, che invece è stata gettata in pasto alla pubblica opinione come assenteista. Opinione pubblica che però non si è fatta convincere del tutto dalla decisione del Ministero e che, attraverso lettera aperta e petizione, fa sentire il proprio sostegno a Coliva.

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