Luca Caccioni a Bologna

“Vedute e Visioni. L’immagine evocata. The Pictorial Archive 1993 – 2018”. E’ questo il tema di IQOS ARTIME, il ciclo di conferenze ideato e condotto da Guido Talarico e dedicato agli innovatori, che la scorsa settimana a Bologna ha avuto come protagonista Luca Caccioni, uno degli artisti più apprezzati dalla critica per le sue doti d’introspezione e per l’innovazione nell’utilizzo in chiave contemporanea delle tecniche pittoriche. La ricerca di Caccioni spazia a vasto raggio nell’ambito pittorico, presentando lavori di grande fascino per l’effetto di ambiguità e sospensione generato dall’addizione e dalla sottrazione dei colori e dei pigmenti che formano sulle carte immagini solo evocate da dispersioni, aloni, residui, tracce di olio e colore. Sono opere di un raffinato minimalismo realizzate spesso su frammenti di grandi fondali di scena dell’opera lirica che proprio per questa provenienza sembrano portare nella memoria il lascito delle voci, delle musiche, dei fasti.

Lavori dove il segno, nella sua gestualità controllata, rivela un aspetto fluttuante e instabile. IQOS è il sistema rivoluzionario sviluppato da Philip Morris International che scalda e non brucia il tabacco. Poiché non c’è combustione, come avviene con le sigarette. Un’innovazione che sta cambiando e cambierà per sempre il mercato. Ed è proprio sottolineando il ruolo da innovatori che Guido Talarico ed Inside Art hanno selezionato gli artisti contemporanei protagonisti del ciclo IQOS ARTIME. Caccioni è certamente uno di questi. Con i suoi strumenti pittorici l’artista bolognese riflette in modo assolutamente originale su un possibile catalogo di sensazioni, tentando attraverso eufemismi di dare ordine alle cose, ai colori. Di più Caccioni prova a catalogare il mondo nominandolo, classificandolo, nel tentativo di affermare che si ha la necessità di farlo con precisione, ma al contempo ammettendo che quest’ultima è una ambizione contraddittoria. Lui stesso infatti ricorda che per quanto si ha la necessità di censire tutto e di classificare tutto, dando un nome e una collocazione alle cose, nello stesso tempo alla fine ci si dimentica comunque qualcosa. L’opera di Caccioni, che il pubblico bolognese accorso nella IQOS Embassy ha dimostrato di apprezzare particolarmente, rimane geniale ed innovativa proprio perché partorisce una ricerca di matrice filosofica che partendo dall’uso e dalla declinazione dei colori porta ad un’analisi dei circuiti esperenziali e conoscitivi di ciascuna vita.