Turner, la luce, le città

Sulle pareti alcuni dei più celebri paesaggi dipinti dal maestro inglese Joseph Mallord William Turner (1775-1851) in mostra al Chiostro del Bramante fino al 26 agosto. L’esposizione Turner: opere dalla Tate, curata da David Blayney Brown, uno dei maggiori esperti mondiali del prolifico artista inglese, si compone di 92 opere, acquarelli, disegni, album e una selezione di olii, per la prima volta esposte insieme in Italia (dopo oltre 50 anni di assenza dalla programmazione dei musei romani) e che fanno parte di un vastissimo lascito ereditario, il Turner Bequest, che comprende circa 30 mila lavori: oltre alle 300 tele ad olio e ai 280 album da disegno, donati alla Gran Bretagna e conservati nella Tate Britain di Londra.

Una mostra intima, che si snoda in sei sezioni tematiche, e che propone lavori privati che il grande pittore romantico teneva per sé e non destinava alla vendita. Opere che realizzava per diletto e in cui poté esprimere liberamente le sue teorie sul colore e sulla luce. Ricordi di viaggi, paesaggi e particolari di monumenti. Turner amava lavorare all’aria aperta e soprattutto amava viaggiare. Visitò Belgio, Paesi Bassi, Germania. Nel 1819 trascorse sei mesi in Italia, principalmente a Roma dove studiò le grandi costruzioni, l’arte e l’antichità. Soggiornò anche a Napoli e Venezia. Quest’ultima fu una delle città più amate da Turner, per le sue architetture uniche, le atmosfere incantate e per la limpidezza della luce che lo colpirono profondamente.

Tornò a Roma nel 1828 aprendo uno studio a piazza Mignanelli e allestendo una mostra che riscontrò numerose critiche per la sua originalità. Turner è stato uno dei precursori dell’impressionismo e dell’astrattismo, influenzando artisti come Monet, Friedrich, Van Gogh, Degas, Klee, Kandinsky e trasmettendo l’importanza degli effetti di luce e colore con la sua pittura en plain air. Turner fu, infatti, un grande sperimentatore. È attraverso la sua riflessione profonda sulla luce, da un punto di vista psicologico, tecnico ed emotivo, che ha dato vita ad un linguaggio pittorico innovativo. L’artista affermava che ”non era solito seguire pedissequamente un procedimento prestabilito, ma portava avanti le sue ricerche sul colore fino a quando non erano in grado di esprimere l’idea che aveva in testa”.

La mostra documenta l’evoluzione del suo modo di dipingere fino alla maturità. Al termine del percorso anche l’installazione Memorie di Bamburgh di Fabien Iliou, che immerge lo spettatore nelle atmosfere senza tempo del celebre castello attraverso un gioco di suoni e colori tanto amati da Turner. «Le opere esposte – ha dichiarato il curatore – potrebbero essere state realizzate in qualunque tempo. Sono opere innovative e sempre attuali in cui espresse uno stile unico».

Fino al 26 agosto; Chiostro del Bramante, via Arco della Pace, Roma; info: www.chiostrodelbramante.it