Georg Baselitz

In occasione dell’ottantesimo compleanno di Georg Baselitz, il 23 gennaio, alcune istituzioni europee e mondiali hanno dedicato al pittore tedesco diverse iniziative. Berlino, Basilea, Monaco e New York presentano le sue opere, ricostruendone l’intera carriera. A Berlino, dal 23 gennaio al 3 marzo, la galleria Contemporary fine arts racconta, attraverso la mostra Hommage à Baselitz, le tappe del lavoro pittorico dell’artista, dai fondamentali lavori degli anni Sessanta, fino ai Remix degli ultimissimi anni. Nato nel borgo di Deutschbaselitz, oggi quartiere di Kamenz, si trasferisce a Berlino Est, per frequentare l’accademia di belle arti, dalla quale verrà cacciato nel 1962 a causa della sua ”immaturità nei confronti delle politiche sociali della DDR”. Dipingeva ispirandosi a Picasso e questo non soddisfaceva le aspettative del regime. Si sposta quindi a Berlino Ovest, dove proseguirà con gli studi. Gli anni ’60 sono per Baselitz anni fondamentali, momento di forte innovazione pittorica. Nel 1963 espone a Berlino, nella galleria Werner & Katz, Die große Nacht im Eimer e Der nackte Man, entrambi sequestrati dalla procura. Fu uno dei primi scandali pittorici a colpire la Germania dell’Ovest.

Mentre il mondo della pittura tedesca si distanziava dalla rappresentazione figurativa e realistica di stampo socialista, muovendosi verso la pittura astratta, il pittore tedesco riprende in qualche modo il concetto di pittura con soggetto, concentrandosi su qualcosa che fino a quel momento non era stata presa in considerazione. Baselitz rifiuta l’idea di un’arte internazionale, insistendo sulla validità di un’identità nazionale come fondamento della cultura della Germania post-bellica. Alla pratica artistica era quindi dato un fondamento locale, regionale e nazionale. Il tipo di pittura possibile, se pur figurativa, propone una figuratività distorta, frammentata e grottesca. La figura umana viene svuotata dalle sue convenzioni mimetiche. Da questi presupposti nasce nel 1965 la serie Helden, rappresentazioni di reduci di guerra ed eroi contemporanei. 

Appartiene alla serie Ein moderner Maler, realizzato nel 1966: il concetto tipico di eroe, che salva un popolo, una nazione, nella Berlino di quegli anni non era minimamente pensabile. Gli eroi di guerra erano reduci: nascono figure sproporzionate e distorte, con abiti strappati e sguardi persi nel vuoto. È su questa parte della società che Baselitz punta i riflettori. Il pubblico rimane a bocca aperta, sconvolto all’idea di dover fare un passo indietro e riflettere sul passato e sull’accaduto. Gli anni Settanta sono gli anni di una nuova evoluzione nella concezione della sua pittura. Dal 1969 il pittore comincia a capovolgere le sue figure e, senza entrare nel dominio della pura astrazione, non permette al motivo di assumere una posizione predominante. Si trattava del tentativo di rimanere se stesso, in un momento in cui l’arte tendeva a minimalismo, ad astrazione e concettualizzazione. L’obiettivo era liberarsi dal soggetto rimanendo tuttavia fedele a se stesso come artista e, in particolare, come pittore. Nel corso delle sale si susseguono disegni, figure, paesaggi, animali capovolti. Afrikaner, 1972; Selbstbildnis mit Lederhose, 1997; Orangenesser, 1980; Das erste Negativ, 2004 sono il risultato di una ricerca pittorica cominciata negli anni Sessanta. Modern Painter (Remix), realizzato nel 2007, è rivisitazione contemporanea di uno dei suoi eroi. Da metà anni Novanta Baselitz riflette su se stesso, sulla sua pittura e figurazione, reinterpretando i suoi stessi motivi: risultato sarà una pittura molto più leggera e rapida, rispetto alle tele dense degli anni Sessanta.

Anche la galleria berlinese di Michael Haas dedica all’artista i suoi spazi. In mostra dal 22gGennaio al 17 febbraio una serie del 1981: 38 disegni preparatori realizzati a matita, gesso nero e china blu per la serie Strandbilder, in cui 38 figure sdraiate o sedute, vengono ritratte in pose differenti.

Dal 21 gennaio al 29 aprile anche il Kunstmuseum di Basilea concentra la sua attenzione su alcuni lavori su carta dell’artista tedesco: circa 100 disegni a colori e di grande formato, narrano sessant’anni di ricerca creativa, in continua evoluzione. Infatti, mentre alcuni soggetti, come i mangiatori di arance, l’aquila, e gli eroi ricorrono spesso nell’immaginario figurativo di Baselitz, la sua ricerca pittorica è in continuo cambiamento.

Parallelamente è stata inaugurata alla Fondation Bayler, sempre a Basilea, una retrospettiva dedicata all’artista e concepita assieme a lui. La mostra ripercorre tutta la sua opera. Dalle serie degli eroi, passando per le opere capovolte, arrivando agli ultimi lavori della serie Remix.

Dal 24 novembre 2017 fino al 27 febbraio 2018 la newyorkese Michael Werner gallery, allora galleria berlinese che celebrò il debutto di Baselitz dopo l’esposizione del 1963, riassume gli anni dal 1977 al 1992, insistendo sull’importanza rivestita dall’uso di motivi ricorrenti, che permettono all’artista di concentrarsi sul piano pittorico, piuttosto che sul soggetto da rappresentare.

Per finire la Pinacoteca moderna di Monaco espone, dal 23 gennaio al 18 febbraio l’opera grafica di Georg Baselitz attraverso circa 1100 lavori realizzati tra fine anni Cinquanta e inizio anni Sessanta.