George Lucas, la biografia

Toys, portachiavi, cappellini, t-shirt, felpe, borse, orologi, chiavette usb e calamite. Ma anche cover, bicchieri, tazze, matite, penne, costumi, tappeti, peluche, poster, fumetti. E libri, tanti – ma davvero tanti – libri. Dunque c’era bisogno di un nuovo volume che rievoca un affascinante universo parallelo al nostro (perché di universo si parla), popolato di una miriade di personaggi tra il bene e il male, su cui sono stati realizzati albi illustrati, saggi e perfino tesi di laurea? La risposta, in questo caso, è affermativa. Perché George Lucas, la biografia, edito da Il Castoro, è un libro godibile, approfondito e corposo (560 pagine, 22 euro), incentrato sulla vita del creatore di Star Wars. Il papà o il fratello che, almeno a livello ideale, tutti i nerd del mondo avrebbero voluto.

Scritto da Brian Jay Jones (traduzione italiana di Nello Giugliano) il volume esce nelle librerie in concomitanza con il film Star Wars, gli ultimi jedi, sul quale si sta dibattendo molto, soprattutto a colpi di post, condivisioni, tweet e retweet che, il più delle volte, oltre a ”spoilerare” qualcosa sul film, servono a poco. Ma tant’è. Anche a chi non è appassionato della saga e vuole saperne di più (molto di più) su Lucas, un uomo che – scrive il Washington Post – «ha cambiato non solo il modo in cui i film vengono fatti, ma anche il modo in cui vengono mostrati».

Il 25 maggio 1977 una pellicola di fantascienza indipendente, che aveva subito ristrettezze di budget e numerose difficoltà produttive (niente a che vedere con gli odierni blockbuster), debuttò in soli trentadue cinema degli Stati Uniti. Dietro la macchina da presa «un californiano pensieroso e barbuto» (riporta l’introduzione), ma non solo. L’allora ancor poco conosciuto George Lucas, infatti, era anche ideatore e autore di un film, Star Wars (definito «un grande momento di unificazione sociale, al di là di ceto e status; persino il famoso senatore Ted Kennedy dovette aspettare in coda il suo turno, come tutti gli altri spettatori»), che avrebbe bruciato ogni tappa, spazzando via qualsiasi precedente record al botteghino («mancava poco più di un anno alla data prevista per il lancio nelle sale, se mai ci si fosse riusciti, e il progetto era già un disastro, il film sarebbe stato orribile. Lucas ne era sicuro»), mostrando a tutti un modo nuovo di fare cinema, pubblicizzare i film e creargli attorno una galassia (per rimanere in tema) di merchandising.

Sfogliando le pagine del volume scritto da Brian Jay Jones, che nella parte centrale ospita un’accurata galleria fotografica, con scatti in bianco e nero e a colori, si fa la conoscenza non solo di un grande cineasta, sceneggiatore e produttore cinematografico (la sua casa di produzione, Lucasfilm, fondata nel 1971, rappresenta un vero e proprio vanto per il settore, al pari delle altre sue “creature” Industrial Light and Magic e Pixar), ritenuto una delle più influenti e autorevoli personalità nella storia del cinema contemporaneo, ma anche con una sorta di mastro Geppetto creatore di mondi, sogni e universi. Non solo fantastici. Legato in modo indissolubile a Star Wars (divenuta la serie cinematografica più apprezzata e di maggior successo di sempre), Lucas – classe 1944 – ha creato infatti l’avventurosa saga di Indiana Jones e diretto pellicole cult come L’uomo che fuggì dal futuro e American graffiti. Autore pluripremiato, instancabile e metodico (al limite della mania nel controllo dei suoi lavori), personalità affascinante e talvolta complicata nel rapporto con gli studios e con gli attori, Lucas ha stretto amicizia da giovane con i più grandi nomi della cinematografia mondiale – da Francis Ford Coppola a Brian De Palma fino a Steven Spieberg – rivoluzionando profondamente quasi mezzo secolo di storia del cinema e, soprattutto, il nostro immaginario collettivo. Scusate se è poco.

Info:  www.castoro-on-line.it/cinema

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