In principio la terra

Chiude il 7 gennaio la mostra di Ornaghi&Prestinari al Mic di Faenza che presenta il risultato dei sei mesi di residenza d’artista svolta dalla giovane coppia nel Museo Carlo Zauli. Vincitori del Bando Mcz, Residenza d’artista Faenza 2017 promosso da Museo Carlo Zauli e Museo Internazionale delle Ceramiche di Faenza con il sostegno di Siae|Sillumina – Copia privata per i giovani, per la cultura e destinato ad artisti under 35.

Valentina Ornaghi e Claudio Prestinari durante il loro soggiorno hanno potuto apprendere l’alta tradizione artigiana faentina della ceramica, facendo propri non solo gli insegnamenti del maestro Carlo Zauli, ma anche quelle anime e valori intrinsechi del territorio e della sua terra. Il percorso di residenza, solitamente destinato ad artisti contemporanei che non lavorano la ceramica, ha portato il duo a esplorare, sperimentare e apprendere direttamente all’interno del laboratorio di Carlo Zauli le tecniche di lavorazione dell’impasto sotto la supervisione di Matteo Zauli e collaborando con i maestri ceramisti Aida Bertozzi, Manifatture Sottosasso e Bottega Gatti.

Entrando all’interno del cortile dell’atelier di Zauli e girando per le varie stanze, una timida sensazione di calore e pace avvolge gli animi e riecheggia anche nei lavori di Ornaghi&Prestinari; pare quasi di sentire in lontananza fragorose risate, il suono dolce e liquido dell’incontro tra le mani nude e la terra, lo sciafh che poteva fare la terra buttata contro il muro per dar vita a forme amorfe e cariche di ritmo. Il tempo, nel laboratorio del ceramista, sembra ancora oggi rispettare i ritmi naturali del materiale e conduce non solo chi ci abita, ma anche i visitatori ad andare sotto, nelle cantine, a confrontarsi con le radici, per conoscere nel profondo le potenzialità di un materiale tanto grezzo, quanto fragile e delicato. Un materiale che potrebbe perdersi in mille frammenti, ognuno con una propria carica espressiva e la capacità di raccontare scenari di intimità, come se ogni vaso fosse composto di cocci destinati a rivelarsi.

Nei nove lavori in mostra, la coppia ha voluto restituire, come spiegano: «dei micro-cosmi, cose che instaurano relazioni tra loro e con l’uomo, che fanno parte di una teatralità ironica e domestica. Poesie visive, processi combinatori per costruire ritratti. Oggetti creati dalla terra, vasi e contenitori, che raccontano della vita dell’uomo», rendendo pittorica la scultura e lavorando assecondando il materiale, potenziandone la sua sensualità senza constringerlo in una forma che non gli appartiene. In questo, il duo ha trovato grande affinità con il metodo del maestro Zauli, oltre ad essere rimasti affascinati dalla sua vicinanza con il Giappone e all’abilità tecnica nell’utilizzo degli smalti. Il progetto è stato concepito per essere esposto nella sale del Mic, il quale ha ricoperto un ruolo fondamentale della ricerca attraverso le visite alle collezioni, archivi e, in particolare, ai depositi. Un museo tra i più importanti a livello internazionale, che custodisce gli esempi dell’affezione della città alla sua memoria. La dualità frammento/scena domestica è leggibile anche in mostra nelle sculture di Ornaghi&Prestinari laddove il libro aperto, usato spesso come display, rivela le immagini nate dall’intimità di un momento in dialogo con le teche che custodiscono, invece, i frammenti di un racconto tutto in divenire.

Fino al 7 gennaio; Mic, viale Baccarini 19, Faenza; info: www.micfaenza.org

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