Macerie prime

«I mostri su questa copertina non sono tutti quelli che troverete nelle 192 pagine che racchiude. Questi sono solo un’avvisaglia di ciò che succederà ai protagonisti del libro». Tra il serio e lo scherzoso ecco il post sui social network della Bao publishing che presenta, in una delle sue due cover variant – questa è la copertina da fumetteria, limitata a 1.500 copie numerate, mentre l’altra da libreria è limitata a 5.000 copie –, l’ultima fatica di Zerocalcare, pseudonimo di Michele Rech, dal titolo: Macerie prime (cartonato in bianco e nero di 192 pagine, 17 euro). Si tratta del primo atto di due libri gemelli, dunque la narrazione si concluderà con un secondo volume (Macerie prime, sei mesi dopo) la cui uscita è prevista in primavera.

Per i collezionisti occorre precisare che la copertina regular è disegnata da Zerocalcare e colorata dall’ottimo Alberto Madrigal. Sollolinea il celebre fumettista romano, classe ’83, già autore dei graphic novel – alcuni dei quali diventati bestseller – Dimentica il mio nome, La profezia dell’armadillo (da cui sarà tratto un film) Dodici, Un polpo alla gola, Ogni maledetto lunedì su due, L’elenco telefonico degli accolli, Kobane calling – che Macerie prime «è un libro che parla di come sono cambiate le vite dei personaggi dei fumetti miei (da me stesso a tutto il cast vario) col passare degli anni. Un libro in due parti, perché sennò veniva un malloppo illeggibile di 400 pagine, e un esperimento perché io non so mai stato bono a gestire storie con tanti personaggi esterni alla mia capoccia». Zerocalcare scrive e disegna un’opera viscerale, intrisa di simbolismi, più intima e al contempo ”d’insieme” rispetto alle precedenti («questo è un libro corale e quindi boh, ma d’altronde se uno non ce prova fa sempre la stessa cosa»), puntando la sua lente d’ingrandimento ”privilegiata” – senza giudicare bensì provando a capire – sui giovani e le loro ambizioni nonché sull’inevitabile scontro con la realtà che, se vuole, riesce ad azzerare ogni aspettativa.

Secco fa l’insegnante, Cinghiale si sposa (di fatto la storia si concentra più sul gruppo di amici del protagonista, che non su quest’ultimo). Le cose cambiano, in modo tanto repentino quanto inaspettato. Spiazzando. Chi avrà la pazienza di leggerlo – e saranno in tanti, considerando i numeri di stampa (la prima tiratura è di centomila copie) – si renderà conto che Macerie prime è una storia su cosa ci umanizza profondamente («Mi sento fortunato, perché in qualche modo sono blindato in questo momento. Non ho particolari problematiche, ma le macerie non sono soltanto aspetti legati al lavoro, ma anche personali, sociali, politici»), su ciò che – per quanto messo a dura prova dalla precarietà dell’esistenza (e non solo) – dobbiamo tutelare a ogni costo, trovando il nostro posto all’interno della società. Non perdendo (ma coltivando) i legami che contano davvero. Ecco, Macerie prime («che non è un manifesto generazionale né una dichiarazione di intenti», precisa l’autore) è una storia che parla – anche – di com’è cambiata la vita di Zerocalcare in questi anni di enorme popolarità; un successo che, per forza di cose, ha avuto ripercussioni sia sui suoi rapporti sia sulla qualità della sua vita. «Io faccio quello che so fare», ammette con la solita semplicità.

Info: www.baopublishing.it

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