Quando Marina e Ulay si incontarono sulla muraglia cinese per poi lasciarsi definitivamente

Pechino

La storia d’amore tra Marina Abramovic e Ulay è forse la più seguita dal pubblico nel mondo dell’arte contemporanea. Molti se ne sono appassionati sin dagli inizi, altri hanno cominciato a mostrare interesse solo di recente, dopo lo spettacolare incontro tra i due al MoMA durante la toccante performance The Artist is Present del 2010. Forse non tutti sanno, quindi, che nel 1988, dopo dodici anni insieme, i due decidono di separarsi progettando una performance lungo la Grande Muraglia cinese. Il piano era questo: camminare dai due estremi opposti della muraglia per poi incontrarsi a metà strada. La Abramovic inizia a camminare dall’estremità orientale, la parte chiamata Testa del Dragone, mentre Ulay, suo compagno di vita e di lavoro, dall’estremità opposta, nella provincia occidentale del Gansu. Novanta giorni di cammino ci vollero per farli rincontrare, in un viaggio successivamente documentato in un film, prodotto dalla BBC, dal titolo The Great Wall: Lovers at the Brink, narrato in prima persona dai due artisti. Un atto del camminare che diventa altro, una meditazione, un modo per trasformarsi da coppia a unità, per caricarsi di nuove esperienze per poi ritrovarsi cambiati, modificati dal tempo, dal cammino, dalla distanza. Questo forse non l’avevano previsto, o forse sì. Sta di fatto che in quegli 8 mesi di preparativi e 3 di viaggio, Ulay si innamora dell’interprete conosciuta durante i viaggi in Cina, e la mette incinta. Un finale inaspettato. «Che cosa devo fare adesso?», lui chiede a Marina. Lei, «non lo so» risponde, «ma io me ne vado». Così finisce The Lovers, che, ironia della sorte, è il titolo della performance. Ulay sposa l’interprete e Abramovic continua la sua carriera artistica.