Fermare l’immobile

Fermare un momento fermato. Potrebbero essere queste quattro parole che meglio descrivono il lavoro romano, Vacarme et le silence, di Marc Mounier-Kuhn. Borsista nell’atelier Wicar, il fotografo francese ha elaborato un progetto direttamente ispirato e concentrato su Roma dove appunto si trova l’atelier. Al centro della città in una traversa di via Ripetta, infatti, trova posto il programma di residenza francese diretto dalla città di Lille che ogni tre mesi, quattro volte l’anno, ospita nella capitale italiana un artista che ha un forte legame con la città francese.

Fermare un momento fermato dicevamo. E basta guardare i lavori di Mounier-Kuhn, le sue fotografie, per capire di cosa parliamo. «La questione temporale – spiega l’autore dall’altra parte dello schermo su Skype – come ogni fotografo mi appassiona, immobilizzare in una frazione di secondo quello che esiste da secoli è un’operazione potentissima». Banalmente Mounier-Kuhn, nel suo periodo di residenza a Roma, ha fotografato statue. «L’illuminazione – continua – mi è venuta in un viaggio a Firenze. Giambologna, Michelangelo. Ho visto in quelle opere un lavoro molto simile a quello del fotografo: bloccare un istante». E poi sono venuti i problemi, le riflessioni per non ripetere una fotografia turistica, la paura di non aggiungere niente a quello che la statua già dice di suo. «Non è stato facile per me – confessa l’autore – ma credo di aver trovato la quadratura del cerchio. Con la macchina in mano, di fronte a qui marmi, mi sono sentito come un musicista davanti uno spartito. Una scrittura molto precisa quella sul pentagramma che però lascia una discreta interpretazione dell’esecutore. Credo insomma che una fotografia fatta da me sarebbe comunque diversa da quella di un altro fotografo con lo stesso soggetto».

È di nuovo una questione temporale quella che tira in ballo Mounier-Kuhn. Si richiama a un vissuto personale, a un materiale visivo stratificato nel tempo, appunto, che rende nessuno sguardo ingenuo ma tutti diversi. «Quello che accade fuori dalla macchina fotografica – conferma Mounier-Kuhn – determina il modo in cui si usa la macchina fotografica. E tanto irrazionali sono queste decisioni quanto altrettanto lo è la scelta di una statua al posto di un’altra. Le ragioni per cui quella forma e non quella accanto mi affascina non saprei spiegarle. Sono forse, a razionalizzare il tutto, statue più vicine ai miei scopi, più prossime a quell’istante già bloccato». Mounier-Kuhn vede in quei marmi un potenziale per i suoi fini, ispirazione che lo porta a non mostrare niente, cosa che invero fa già la statua, ma a interpretare il pezzo in una chiave personale, piegarlo sotto lo sguardo ciclopico del suo obiettivo. Mostrare quello che non è direttamente visibile. Una libertà di interpretazione che Mounier-Kuhn spesso risolve con particolari presi dalle grandi statue «mi interessa anche la dimensione sensuale, la potenza di un materiale generalmente così freddo che diventa carne bianca, pura, liscissima. Ho cercato poi attraverso quei dettagli di suggerire l’intero pezzo, passare dal particolare al generale senza mostrare il risultato finale». Un’attenzione alla materia che si riflette anche sul mezzo scelto: la pellicola. «Ho preferito il bianco e nero e il rullino per una specie di mimesi con l’oggetto rappresentato, trattare materia con altra materia, il marmo con i sali d’argento».

Ma lo scopo più alto sembra essere quello di portare un messaggio, o meglio, un’immagine. «Spesso prima che artista mi definisco un passante, nel senso di colui che passa qualcosa, che la sposta da dove sta per portarla altrove e la fotografia è solo un’interfaccia fra quello che è fotografato e chi guarda poi la fotografia. Sono un intermediario e questo non significa che uno vale l’altro o che uno è meglio di un altro solo che siamo tutti diversi. È una responsabilità quella del fotografo di condurre lo sguardo dello spettatore che prendo molto seriamente». E le sue foto senza tanti virtuosismi o spettacolarizzazioni stanno lì a dimostrarlo.

Info: http://marcmounierkuhn.fr

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