I segni della visione di Lina Jabbour nella galleria Vidéochroniques

Marsiglia

È quello che rimane di una visione il rappresentato dell’artista libanese ma trasferitasi a Marsiglia Lina Jabbour. Almeno è questo quello che fino al 15 luglio è ospitato nella galleria marsigliese Vidéochroniques sotto il titolo di Variations. Lavori di piccolo e grande formato, site specific e installazioni, un’eterogeneità di supporti che riportano a un’estetica omogenea. L’artista rappresenta visioni, o meglio, tracce di quelle visioni che si allargano e si stringono, si smembrano fino lasciare sul supporto – dal muro, alla tela fino alla plastica – solo delle tracce, a volte dei punti, più spesso delle linee. A guardarli sembrano come quello che resta di un sogno subito dopo svegliati, un’unione, come la voleva Walter Benjamin, di passato e presente, uno stare sulla soglia in bilico e pronto a ricevere quanto è già stato e quanto sarà. Per questo le visioni di Jabbour non sono facilmente decifrabili, a volte si scorgono delle palme, altre volte delle nuvole ma tutto è confuso eppure definito, incastrato fra quelle linee che sembrano un sistema di dominio della veglia sullo stato onirico, oppure del presente sul passato. Info: www.videochroniques.org