Renzo Piano ha realizzato il nuovo Centro Botín, un museo sospeso sull’acqua

Santander

Dopo il Centre Pompidou di Parigi, l’Auditorium di Roma, la Fondazione Beyeler di Basilea e l’Art Institute di Chicago, Renzo Piano torna a misurarsi con un’architettura museale. Un museo sospeso sull’acqua. L’ha immaginato così il nuovo Centro Botín de las Artes y la Cultura di Santander. Avviati i lavori nel 2010 in partnership con lo studio madrileno Luis Vidal + Architects e progettato da Renzo Piano Building Workshop ha inaugurato lo scorso 23 giugno. L’opera, finanziata dalla Fondazione Botìn e fortemente voluta da Emilio Botín, ex presidente del Banco Santander, riavvicina così la parte storica della città al mare. Per il suo primo intervento in territorio spagnolo, infatti, lo studio ha ideato una struttura affacciata sulla baia di Santander, che restituisce alla città la vasta area portuale del molo di Albareda allacciandosi all’oasi verde dei Giardini Pereda e ristabilendo un accesso pedonale al mare. Sospeso su piloni, come una moderna palafitta, l’edificio si compone di due volumi arrotondati legati da una serie di leggere passerelle di acciaio e vetro, che danno vita a una nuova piazza pubblica in quota protesa sull’acqua. Con una superficie totale di oltre 6.800 mq, di cui più di 2.400 adibiti ad area espositiva, il nuovo spazio ospita nell’ala Est un auditorium da 300 posti e un centro educativo, a Ovest le gallerie espositive disposte su due livelli illuminate dall’alto grazie a una copertura multistrato di vetro, alluminio e tela bianca. Impossibile non notarlo, soprattutto per il suo rivestimento in ceramica di 280.000 piccole formelle leggermente bombate color madreperla che creano scaglie iridescenti come la pelle di un pesce. Ma non finisce qui: il museo è la sede del nuovo ristorante El Muelle dello chef due stelle Michelin Jesús Sánchez, affiancato da un anfiteatro  scavato nel parco per proiezioni e cinema all’aperto.

Per l’inaugurazione il Centro ha proposto tre grandi mostre: una su Carsten Höller a cura di Vicente Todolí e Udo Kittlemann, e poi Goya e le opere della collezione permanente della Fundación Botín. Quella sull’artista olandese famoso per le sue installazioni interattive e ludiche è la prima grande retrospettiva organizzata in Spagna. Carsten Höller: Y, una selezione di opere più note – alcune appositamente riproposte per il Centro Botín, tra cui Elevator Bed del 2010 – e un’installazione luminosa inedita site-specific, 7.8 Hz, commissionata dalla Fundación Botín per i giardini Pereda e attiva dal tramonto all’alba. Il nuovo museo si candida così come nuovo polo culturale del nord della Spagna e, come ha dichiarato Íñigo Sáenz de Miera, direttore generale della Fundación Botín, ”sarà un motore per la generazione di ricchezza economica, sociale e culturale per la regione della Cantabria.”