La lezione di Francis Kéré

Una serata esplosiva, che ha infiammato le coscienze e i cuori di un Ambra Jovinelli pieno in ogni ordine di posto. La lecture di Francis Kéré, ospite d’onore del Rufa Contest 2017, ha riportato in auge parole come comunità, sostenibilità ed etica, raccontando la visione e la filosofia dell’architettura contemporanea, di cui Kéré è uno dei più interessanti interpreti.

Il RUFA Contest 2017 ha permesso alla città di Roma di conoscere da vicino un personaggio sorprendente, la cui storia e il cui impegno sono intrisi di poesia, volontà e altruismo. Un autentico esempio di cittadino del terzo millennio, che è riuscito a scalare le difficoltà, il pregiudizio e le convenzioni parlando con i suoi progetti e con le sue scelte di vita, sempre forti e profonde, come quella di realizzare una scuola nel suo villaggio del Burkina Faso, i cui abitanti si erano così prodigati per permettergli di studiare architettura in Germania.

«Dovete sentirvi – dice Kéré – dei privilegiati. Io stesso lo sono perché ho potuto studiare. In Burkina Faso anche solo pensare di iscriversi al liceo è un sogno. Ma sono qui per dimostrare che sei hai un sogno vale la pena lavorare per raggiungerlo».

Lo spettacolo, come di consueto, si è aperto con una bellissima scenografia, progettata in house dagli studenti e dai docenti RUFA, che ancora una volta hanno dato prova del loro talento e della raffinatezza della loro ricerca. Alla fine sono stati annunciati i vincitori del contest. L’opera che ha convinto Kéré è Il respiro di una visione di Francesca Salvati. Sarà lei ad aggiudicarsi il premio di 2500 euro e il viaggio a Berlino per un incontro di lavoro allo studio di Kéré.

«Non mi piace – commenta l’architetto – stare in giuria. Tutti i 25 finalisti hanno fatto un ottimo lavoro. Quello di Francesca è  molto potente ha preso seriamente questo compito e ci insegna a rialzarci, non vedo tristezza, parla di comunità e di speranza. Ha avuto il coraggio di trasformare un vicenda personale in un’opera e ci ha insegnato a guardare avanti, ad avere fiducia».

Insieme al vincitore sono stati nominati anche i premi speciali, la Menzione speciale della giuria del Rufa contest va a Jusmin Hofamm Michal, What it takes to make a change, Inside Art premia Giovanna Schivo con il lavoro Pas rose, pas blue seulment humain, Luca Gennaro di Mtv sceglie Marco Taurino con Blind Trust, Olivetti premia invece Amedeo Longo con Inesplosa, mentre Rai cinema, Michele Brasili con La scatola. Io sono di Percivalle-Palattella-Rinaldi-Scalera è stata scelta da Rds e Sky Arte sceglie di Capuano-Scardini We are the only one. Tutti i lavori dei 25 finalisti sono in mostra fino al 9 giugno nel Rufa Space all’interno del Pastificio Cerere.

Questo format, diventato ormai un appuntamento fisso della programmazione artistica romana, si conferma sempre frizzante, leggero e stimolante, alimentando il dibattito culturale con le visioni di personaggi molto originali dell’art system. Quest’anno Francis Kéré, l’anno scorso Karim Rashid e nel 2015 Stefan Sagmeister. Un’iniziativa ideata dalla Rome University of Fine Arts, e in particolare dal graphic designer nonché docente RUFA Emanuele Cappelli, che coinvolge tutti gli studenti dell’Accademia per un anno intero e che si traduce, alla fine, in uno spettacolo coinvolgente e riflessivo dall’impostazione giovane, innovativa e internazionale.

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