Ai Wei Wei in Israele dopo la visita di Donald Trump

Gerusalemme

L’artista e attivista cinese Ai Weiwei si è presentato in Israele nuovamente come Alan Kurdi, il figlio di un rifugiato siriano annegato, che è stato dipinto su una spiaggia turca nel settembre 2015. La nuova immagine, pubblicata su Instagram il 29 maggio, lo raffigura con il volto rivolto in basso sdraiato su un letto di semi di girasole in porcellana installato al Museo d’Israele per la sua mostra, forse dal 2 giugno fino al 30 agosto. L’artista ha prima ricreato la scena nel febbraio 2016 per la rivista India Today sulla spiaggia dove è stato trovato il corpo di Alan, scatenando polemiche nel mondo dell’arte e oltre. La sua decisione di riprendere l’immagine a Gerusalemme sembra essere una risposta alla visita di Donald Trump al museo la scorsa settimana. Pare che l’istituzione abbia coperto alcune sue opere durante l’incontro del presidente degli Stati Uniti il 23 maggio. Il profilo Instagram dell’artista presenta anche un video di Trump che arriva sul palco con il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu e nella didascalia si legge: ”Visita di Trump al Museo d’Israele. Dietro il palcoscenico ci sono le mie opere, che sono state tolte e coperte per la sua presenza”. Il presidente americano spiega che la ragione della sua visita ufficiale in Israele è di portare le nazioni a creare una coalizione con l’obiettivo di sconfiggere il terrorismo che minaccia il mondo, facendo riferimento anche al suo viaggio in Arabia Saudita pochi giorni prima durante il quale il governo arabo ha presentato due mostre d’arte contemporanea. Come sappiamo, nel mese di gennaio, Trump ha ordinato un divieto di viaggio per i cittadini dall’Iraq, Iran, Libia, Somalia, Sudan, Siria e Yemen per 90 giorni e ha fermato i profughi dalla Siria. Un ordine riveduto ma che ha sollevato grandi proteste. Ai Wei Wei non poteva non dire la sua. Un documentario sui rifugiati l’aveva già portato nel territorio palestinese di Gaza nel maggio 2016 dove ha trovato una condizione incredibile. Forse per l’artista questa mostra è la prima in questi territori, dopo l’annullamento nel febbraio 2016 della mostra al Museo di Tel Aviv con il fotografo israeliano Miki Kratsman a causa di pressioni politiche. Speriamo non ci siano sorprese questa volta. Info: www.maxhetzler.com