Casa Vuota

Immaginare un’abitazione vuota, non più abitata. Immaginare che così come è stata lasciata dagli ex proprietari diventi un luogo d’arte dove i processi creativi sono strettamente legati alla conformazione dell’appartamento. Le pareti rovinate con la vecchia carta da parati, alcuni buchi, la forma dei quadri che non ci sono più, alcuni mobili, si relazionano con le opere che devono tenere conto del contesto. Casa Vuota, nuovo contenitore di arte contemporanea, si trova al numero 12 di via Maia, in zona Quadraro a Roma, a due passi dalla fermata della metropolitana Porta Furba. Ed è quindi nella zona periferica del Quadraro, dove si sta creando un nuovo fermento artistico, che Francesco Paolo Del Re e Sabino D Nichilo hanno deciso di inaugurare questo spazio. Francesco Paolo Del Re è autore televisivo di Chi l’ha visto, poeta e curatore, Sabino de Nichilo è grafico, ceramista, esperto di orchidee e piante grasse, nonché ufficio stampa. “Non è una galleria d’arte, ma un ambiente domestico che – forte di questa domesticità – si apre ad accogliere mostre personali e collettive di artisti contemporanei, assecondando una vocazione alla sperimentazione e alla contaminazione di linguaggi espressivi differenti”, spiega Sabino de Nichilo. Casa vuota ha inaugurato la sua apertura con la personale Gli Ospiti del pugliese Pierluca Cetera, a cura di Francesco Paolo Del Re e Sabino de Nichilo.

È come se Cetera raccontasse le storie degli ospiti dopo che i padroni di casa sono andati via, storie dove si intrecciano eventi sussurrati, passati da scoprire, nuovi coinvolgimenti passionali e relazionali. Sagome dipinte ad olio che raffigurano persone, a grandezza naturale, invadono lo spazio creando un movimento di presenze che dialogano con le pareti compromesse da un vissuto. Questi personaggi si relazionano fra loro, ma sta a chi guarda sognare i propri percorsi visivi, accertare le relazioni possibili. E in un contesto quasi voyeuristico, molti di questi personaggi stanno per spogliarsi, sprigionando sensualità, diventando presenze ambiguamente erotiche. Sono ammantati di una precarietà che li rende vivi nel comunicare con un luogo domestico che li accoglie come figure ingombranti. Sono morbidi grazie ad una pittura soffusa per cui diventano espressioni di un’intimità sentita. Ed è il ricordo di persone che lo hanno colpito che permette all’artista di creare le sue figure. Fino 30 giugno Casa Vuota via Maia 12, Roma. Info: 328.4615638; [email protected] 

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