L’Ultimo Dio

Ha inaugurato a Roma negli spazi dell’Auditorium di via della Conciliazione L’Ultimo Dio, mostra personale di Lamberto Teotino (Roma, 1974) a cura di Claudio Composti, concepita all’interno di Visionarea Art Space progetto ideato da Matteo Basilè. La linea estetica di Teotino appare come un processo stratificato il cui punto di partenza risiede nell’interesse nei confronti della fotografia e, in particolare, di quel patrimonio di immagini impolverato presente negli archivi online.

Infatti il primo stadio è rappresentato da lunghi periodi di ricerca all’interno di questi raccoglitori di esperienze visive che si prestano poi alla sperimentazione dell’artista romano che per queste premesse non si definisce fotografo. Vestendosi prima da archeologo dell’immagine digitale e poi da chirurgo di un’estetica visuale nuova, Teotino interviene sui meccanismi percettivi scuotendoli, tentando di innescare delle reazioni che coinvolgono prima la struttura dell’immagine e poi le possibilità di ricezione della stessa.

Nell’Ultimo Dio l’artista presenta una serie di lavori che si distinguono per una metodica cura dei dettagli, opere caratterizzate da un bianco e nero la cui carica auratica apparentemente tradizionale è partecipe di un subitaneo stravolgimento percettivo, in particolare quando lo sguardo dello spettatore raggiunge i volti dei protagonisti delle fotografie coperti da strane inserzioni mutuate dal mondo della geometria e della natura. Una vera e propria frattura della visione che si pone come una messa in discussione delle approvate modalità di apprendimento dell’immagine, ma anche – dal punto di vista dell’artista – dell’utilizzo della fotografia, che qui non cede alla narrazione o alla documentazione, ma assume le sembianze di un piano orizzontale su cui Teotino provoca reazioni e sperimenta possibilità.

C’è spesso nel lavoro dell’artista un sostrato filosofico che accompagna la riflessione sull’immagine e, infatti, la matrice heideggeriana già visibile nel titolo della mostra, si assesta in quell’intenzione di superamento inteso non come fine ma come alterazione, in questo caso dei modi di percepire un’immagine, un altro inizio delle smisurate possibilità della nostra storia. Si aggiungono al percorso espositivo due lavori appartenenti a Sistema di riferimento monodimensionale, una serie che frattura ancora una volta lo schema tradizionale dell’immagine: qui Teotino interviene digitalmente provocando uno spostamento dell’asse percettivo, una falla nella struttura dell’immagine che ne altera percettibilmente la lettura.

Fino al 24 settembre; Visionarea Art Space, via della Conciliazione 4, Roma; info: www.visionarea.org

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