Patti Smith fotografa

Higher Learning, come istruzione superiore, come scuola della vita, dei viaggi, dei libri di artisti e poeti. La mostra di Patti Smith allestita fino al 16 luglio nel Palazzo del Governatore a Parma, curata da Paul Richard Garcia, è una rivisitazione di Eighteen Stations – mostra incentrata sul libro M Train, uscito nel 2015, e allestita prima a New York e poi a Stoccolma – e’unica tappa italiana dell’esposizione, 120 scatti in bianco e nero realizzati durante i viaggi dell’artista per il mondo.

Smith ha iniziato come artista visuale disegnando e scattando foto dal 1960. È rappresentata dalla famosa Robert Miller Gallery di New York fin dal 1978. La sua estesa attività espositiva è contrassegnata dalle mostre Strange Messenger, presentata dall’Andy Warhol Museum nel 2002, e Land 250, prodotta dalla Fondazione Cartier di Parigi nel 2008. L’artista usa un vecchio modello di Polaroid, scatta immagini di ritratti, paesaggi e interni in bianco e nero, foto stampate su gelatina d’argento in tiratura da dieci. Gli scatti sono «reliquie di vite passate» come dice lei, «ricordi di peregrinazioni», dai caffè alle abitazioni in cui l’artista ha lavorato in giro per il mondo, in particolare Parigi, l’Italia e gli Stati Uniti. «Con le Polaroid  – racconta in un’intervista di qualche anno fa – ho cominciato seriamente dopo la morte di mio marito. Era il 1995, in quel momento mi sono sentita così sconvolta. Non riuscivo a concentrarmi né sul disegno né sulla scrittura. La Polaroid funziona in modo semplice e diretto, mi ha dato quello che mi serviva in quel momento per le mie esigenze creative».

Dall’intensità di questo bisogno poetico scaturiscono quindi le foto, i disegni e i filmati degli ultimi vent’anni. È l’altra faccia della cantante rock, il suo mondo interiore, come le piace definirlo. Un mondo intimo che si ispira a un entusiasmo romantico e spirituale per l’arte. Smith immortala i letti in cui personaggi come D’Annunzio «hanno sognato e fatto l’amore», fotografa le tombe di Rimbaud, di Pasolini, di Wittgenstein, di Sartre, di Artaud come luoghi della pace eterna, consolatori, perché in essi «continuano gli affetti». Cita più volte Picasso e Brancusi, ma in particolare i poeti che ama: Blake, Leopardi e Genet. Sono come gli amici a cui fa visita quando girando per il mondo sceglie di entrare nei cimiteri. «Fin dalla mia infanzia  – dice – ho visto molte persone morire. Sono stata in molti cimiteri, sono luoghi di bellezza e contemplazione, di preghiera. Le persone comunicano lì con i loro cari, mi piace visitare i luoghi dove riposano mio marito Fred, Blake o Brancusi. Li sento più vicino a me, poi questi non sono luoghi tristi, qui il loro spirito continua a vivere».

Higher Learning è un diario visivo che trova ispirazione nei frammenti dei miti del passato, personaggi che hanno contribuito a formare e sviluppare culturalmente la civiltà umana. L’amore e la gratitudine di Smith per questi giganti si rivela per mezzo di oggetti carichi di spiritualità, come la macchina per scrivere di Herman Hesse, le stampelle di Frida Kahlo, le scarpe di Papa Benedetto XV «il Papa della pace», l’accappatoio di Johnny Depp, l’appartamento di Carlo Mollino, il bastone di Virginia Woolf, la sedia di Roberto Bolaño, e così via. E se le Polaroid celebrano il legame tra letteratura e ispirazione, non può che essere una scelta ideale quella di aver allestito in mostra la Patti Smith Library, una sala con i cento libri che hanno segnato la vita dell’artista.

Insieme a Higher Learning, al primo piano del Palazzo del Governatore è allestita un’altra mostra di opere fotografiche: si intitola The NY Scene: arte, cultura e nuove avanguardie anni ‘70, ’80 ed è dedicata alla scena newyorkese proprio di quegli anni che tanto hanno inciso sull’esperienza di Smith e su quella creatività diventata poi globale: era una New York fatta di sesso, arte, droga, cultura pop e avanguardie letterarie, la città di artisti come Galella, Ginsberg, Goldin, Gorgoni, Makos, Mapplethorpe e Warhol.

Comune e Università di Parma hanno organizzato inoltre un triplo appuntamento con la cantante statunitense: la consegna della laurea ad honorem in Lettere classiche e moderne il 3 maggio all’Auditorium Paganini, il concerto del 4 maggio al Teatro Regio e prima data del Grateful Tour, la visita alla mostra il 5 maggio.

 Fino al 16 luglio; Palazzo del Governatore, Piazza Giuseppe Garibaldi 2, Parma; info: www.palazzodelgovernatore.it