Jacopo di Cera, Fino alla fine del mare

Dopo il lungo e ricco tragitto dalla Fiera MIA a Milano a Palazzo Velli di Roma, passando per la recente esperienza nel circuito off del Festival di Fotografia di Arles, Jacopo di Cera porta il suo progetto dal titolo Fino alla fine del Mare, a cura di Auronda Scalera, nelle sale del Pan di Napoli dal 22 settembre al 17 ottobre. Il fotografo presenta un progetto che si può considerare una declinazione di emozione in immagine, che parte dal caldissimo e sempre attuale tema dell’immigrazione, sapendolo rendere senza falsi buonismi o pietismi d’occasione. Sceglie una storia (Lampedusa), un oggetto (I barconi che tanto si è abituati a vedere in televisione) e porta all’astrazione dettagli che diventano irriconoscibili, trasmutati come fossero campiture di colore che non sono reali.

Cosa c’è alla fine del mare? Vengono in mente le mille avventure di Ulisse in ritorno verso Itaca o il sogno di Cristoforo Colombo alla partenza verso Nuove Terre. Cos’è che riesce ad arrivare alla fine del mare? Non le persone, troppo spesso, che avevano intrapreso un viaggio verso l’ignoto per scappare da una certezza inaccetabile. Le barche, seppur deteriorate, seppur ridotte in brandelli, sembrano essere fatte per vedere la fine del viaggio, come a testimoniare una possibile rinascita, una forma ultima di speranza. Fino alla fine del mare conserva, piuttosto, una possibilità di riuscita, come un baluardo di una buona novella, le cui tracce restano lì, resti luminosi di un nero naufragio. Info: www.comune.napoli.it