Intervista con Luca Grechi

Un mese di artisti. Ogni settimana, dal 1 agosto al 5 settembre, tre interviste per presentarvi alcuni protagonisti della scena nazionale e internazionale. Buona lettura.

Le ore trascorse come benzinaio sulla provinciale di Scansano, in attesa che un’auto si fermasse, sono state l’iniziazione artistica di Luca Grechi. Davanti a lui campeggiavano morbidi scenari di colline toscane e l’istinto a disegnare prese il sopravvento. Disegni fatti su carta con penne o matite, ma anche con strumenti di fortuna e consustanziali al paesaggio, come foglie, bacche o terra. «La mia istintiva propensione per la materia viva e naturale ¬– dice infatti l’artista – trova nella carta uno strumento privilegiato del laboratorio. Molta cellulosa la rimedio o mi viene donata. Come ad esempio i fogli millimetrati dell’elettroencefalogramma, che sono diventati tele su cui creare; oppure i cartelloni degli annunci pubblicitari che si trasformano in rotoli da dipanare, avvolgere o lasciar sedimentare; ma anche carta di corposi tomi, come i codici penali non aggiornati che mi ha regalato un’amica e che ho rinchiuso tra le sbarre e in gabbia per creare Il Libro II». Una palestra creativa ispirata dalla natura che svela all’artista grossetano la reale vocazione. D’altronde le bellezze del mondo sono scintilla costante nella poetica di Grechi. La mostra del 2010 Sinkhole, all’Artothèque de Rome, nasce da una ricerca sulle doline, cavità delle regioni carsiche generate dalla dissoluzione di rocce a opera delle acque. Lavori dominati da tinte oscure, come le voragini che i fiumi sanno creare nel loro scorrere: un pretesto per sondare possibili vie d’uscita dai profondi buchi neri dentro di noi. Allo stesso modo è ancora il divenire della natura a suggerire a Luca le opere del ciclo Plants, che consolidano la dimestichezza con tecniche miste e nuovi orizzonti di colore, come nel caso di Sul fiore batte la sera, realizzato con olio, legno, vetro e plexiglass. Oppure gli esemplari del ciclo Landscape, come Notturno, Sunset o Finestre e lucciole. Come anche intrisi d’amore per ciò che è organico sono gli esemplari di resilienza artistica Impregno o Silenzio di un albero.

In continua maturazione, il suo processo creativo giunge a un’arte figurativa che tende a sublimare se stessa, fino all’estrema sintesi. In Segmento in posa #2, tela legata al paesaggio e alla luce, grazie a una stratificazione sempre più intensa, Grechi si allontana dalla figurazione, ma non per ripiegare sull’astratto, anzi, per tornarvi cogliendone l’intima essenza. «I miei quadri – afferma l’artista ¬– non hanno mai cornice, oppure, se la hanno, solitamente escono fuori, esondando facilmente dai suoi confini. Un po’ perché le pitture si stanno trasformando gradualmente in oggetti pittorici, un po’ perché raramente scelgo tele classiche come supporti. Ho un’ideale troppo alto di un quadro su tela, mi ci avvicino con cautela e timidezza». Di qui, convinto che l’arte scaturisca da un indefesso esercizio del fare, l’artista approda agli oggetti pittorici. “Come conseguenza – scrive Isabella Vitale nel testo critico Pittura Escatologica – a questo vedere bi-dimensionale, sono nate delle sculture oggetti, opere in cui si svela la terza dimensione. Si tratta di elementi nati dalla pittura: cose trovate, lasciate a decantare, trasformate e rivisitate, rese vive di nuovo attraverso assemblaggi, colori in contrasto o empatici. L’oggetto, che in alcuni casi rimane se stesso, riflette il passato, il presente e il futuro aprendosi semplicemente alla contemplazione”. Le basi cilindriche e totemiche, nelle varianti cromatiche ed emotive, accolgono nella verticalità gli oggetti posati e diventano monadi, specchi viventi dotati di azione interna e in grado di riflettere una presa di coscienza. A questo punto occorre chiamare in causa l’altro grande artefice che, insieme alla natura, costituisce gli assi cartesiani della pratica artistica di Grechi: il tempo. «Mi rendo conto – confida l’artista commentando le creazioni di Un sasso sul mare #2, esposte nella Sala Santa Rita di Roma ¬– che posso fare poesia solo se lascio il tempo alle cose. A volte sento l’urgenza creativa, ma ciò che mi emoziona di più è che questi oggetti posati sono cose che conservo in attesa che il tempo lentamente agisca». Grechi non ama la produzione seriale né sentirsi incalzato dal morso della velocità durante la ricerca. Preferisce far fermentare le idee e la materia, fino al momento in cui un’intermittenza del cuore giungerà a dirgli che l’opera è finita. In quell’istante intravede un’armonia e si ferma. Perché sa che aggiungendo anche un solo gesto in più rischierebbe di cadere l’intero senso del discorso.

BIO
1985
Nasce il 27 aprile a Grosseto
2008
È assistente a Parigi di Luis Pasina al Theatre de Verre
2014
Espone nella collettiva The grass grows a Basel curata da Art Lab Gallery
2015
Partecipa a Iconologia Onirica nella Galleria La Linea di Montalcino 

Info: http://lucagrechi85.wix.com

BOX
Un sasso sul mare #2, installazione site specific realizzata a gennaio nella romana Sala Santa Rita, segna una nuova frontiera nella ricerca di Grechi. Gli oggetti pittorici conquistano e pervadono nella sua totalità lo spazio, reclamando con forza una quarta dimensione. L’artista ha introdotto nel progetto un documento sonoro da diffondere nell’ambiente, in modo da marcare la dialettica tra luce e ombra con contrappunti di silenzio e suono. Sono inserti acustici realizzati in collaborazione con l’amico e artista Marco Affaitati, una musica concreta e non formalizzata, generata in modo empirico, talora anche con registrazioni al cellulare. Grandi progetti attendono adesso l’artista, tra cui una serie di mostre con la Galleria La Linea di Montalcino a cura di Davide Sarchioni, in piena sintonia con l’estro e la pratica di Grechi. Info: www.gallerialalinea.com