Museum ON/OFF

Il 13 aprile uno spazio di 400 metri quadrati ha aperto al quarto piano del Centre Pompidou, nel cuore delle collezioni contemporanee. Battezzata Galerie 0, questa nuova appendice museale conferma l’interesse e l’importanza che la grande istituzione francese dà alla creazione emergente, proponendo al pubblico forme artistiche inedite e sperimentali. Voluto dall’attuale presidente, Serge Lasvignes, questo spazio pluridisciplinare favorisce l’incontro diretto tra artista, spettatore e istituzione, accogliendo opere in fase di creazione. L’attività di produzione è parte caratterizzante delle funzioni della Galerie 0 che le permette di distinguersi dalle sale adiacenti destinate invece alla conservazione e alla trasmissione. La partecipazione del pubblico si afferma come l’ingrediente principale di un’esperienza museale unica. Un nuovo modo di vivere il museo implica necessariamente un format di mostra innovativo. Per l’inaugurazione, la conservatrice Alicia Knock presenta Museum ON/OFF, un’esposizione che rimette in questione i criteri curatoriali tradizionali e interroga la natura stessa del museo come luogo di riflessione e di discussione. Al fianco di installazioni permanenti, ogni settimana vengono proposte delle presentazioni effimere di diversi progetti artistici, tra cui, per citarne alcuni, il museo di Nomadia di Oto Hudec (1981, Slovacchia) o la collaborazione tra il designer Matali Crasset (1965, Francia) e l’artista Endri Dani (1987, Albania) che riporta l’attenzione sul lavoro artigianale come attività legata alla memoria e all’identità.

All’ingresso della mostra si trova Container measures of Shifting states, 2012, progetto dell’artista Otobong Nkanga (1974, Nigeria) che spinge lo spettatore ad instaurare un dialogo con l’artista a partire da immagini diverse o riproduzioni d’opere della collezione del Centre Pompidou. Meschac Gaba, artista beninese classe 1961, propone un museo d’arte africana contemporanea associando moduli museali occidentali (libreria, boutique, ristorante…) a spazi tipici della vita africana (sala per matrimoni, salle de jeux…). Per l’occasione l’artista investe gli scaffali precedentemente occupati dalla libreria Flammarion, presentando un museo, allo stesso tempo, personale e universale, propenso alla conservazione e aperto alla diversità. Durante tutto il periodo dell’esposizione un’intera sala è dedicata all’Intern VIP Lounge di Ahmet Ogut (1981, Turchia). Concepito come un luogo di condivisione, discussione e relax questo spazio accoglie performance, conferenze, proiezioni video, incontri e attività che mettono il corpo al centro dell’esperienza museale. L’artista Kathryn Marshall (1991, New York) propone Better than brunch, un corso di yoga alternativo accompagnato da DJ set; Jean-Philippe Basello (1988, Francia), con l’aiuto di due stagisti assunti e remunerati dall’artista stesso, lavora ogni settimana sulla creazione del Download Center, piattaforma di produzione e di distribuzione, indefinite nel tempo e nello spazio, di opere d’arte.Collettivi e organismi indipendenti sono ugualmente coinvolti nell’ampia programmazione che accompagna questa mostra in continua metamorfosi e ricca di situazioni nuove.
Fino al 13 giugno; Info: www.centrepompidou.fr