La tela violata: l’indagine fisica della terza dimensione al Lu.C.C.A.

Lucca

Infrangere le regole significa da sempre militare nelle file dell’avanguardia, quelle tanto impavide e coraggiose da abbattere qualsiasi convenzione sociale e perfino violare qualche regola accademica. Il rivoluzionario Big Bang dello Spazialismo si ha con i blasonati buchi e tagli di Fontana, i quali, tramite la ricerca di una propria (terza) dimensione, intercettano uno spazio tra il fisico e il concettuale. Il superamento, ragionato e mai casuale, dei limiti bidimensionali della tela determina infatti la nascita di una nuova arte incentrata sulle caratteristiche intrinseche della materia, della tela stessa. L’esposizione, ospitata dal Lu.C.C.A. (Lucca Center of Contemporary Art) fino al 19 giugno prossimo, accompagna il visitatore alla scoperta di quella ricerca artistica che, tra la fine degli anni ’40 e la prima metà dei ’60, ha sostenuto l’evoluzione di tale superamento: il progetto La tela violata nasce infatti come filo conduttore che lega le opere di Burri (Cretti e Gobbi) e Fontana dell’epoca del Manifesto dello Spazialismo (1946), a quelle di Castellani (superfici estroflesse e introflesse), fondatore assieme a Manzoni della rivista Azimuth in collaborazione con Agostino Bonalumi (tele imbottite), fino ad arrivare alle opere di Turi Simeti (che lo stesso Fontana coinvolse nel suo studio per la mostra Zero Avantgarde del ’65) e dei più giovani colleghi Paolo Scheggi, (con le sue Intersuperfici) e Giuseppe Amadio, dimostrando che violare la tela significa tracciare un segno tangibile nella storia dell’arte.
Info: http://www.luccamuseum.com/it