James P Graham

Cosa spinge un creativo di successo di origine scozzese, che vive la sua vita tra i grattacieli di Londra lavorando per importanti produzioni pubblicitarie, a venire a vivere in Italia, nel cuore della Tuscia, nei pressi di Civita di Bagnoregio, per dedicarsi a tempo pieno all’arte? Certamente una buona dose di coraggio, ma soprattutto una forte determinazione a dare libera espressione alla propria attitudine, quella di esplorare la relazione metafisica tra l’uomo e il mondo circostante, al punto da reinventare completamente la sua vita e adattarla a un contesto rurale, all’insegna delle emozioni più autentiche. James P Graham da qualche anno vive con la sua famiglia nella sua splendida residenza di campagna, circondato da un ambiente incontaminato, popolato da pochi ma suggestivi segni della mano dell’uomo, tra cui i suoi capolavori artistici e i ruderi etruschi che giacciono non lontani dalla sua casa. Nella ricerca delle sfaccettature più profonde delle sensazioni umane, Graham non disdegna, tuttavia, una dialettica che si appoggia sul supporto tecnologico, sul linguaggio della videoinstallazione, sulle riproduzioni filmiche della realtà. Come nella sua opera più rappresentativa, Iddu, un film a 360 gradi, che immortala il vulcano Stromboli, in Sicilia.

L’isola, con il vulcano, il sole, il fuoco, l’acqua, la terra e le sue creature più ignote, diventa una sorta di Eden per l’artista, che ha impiegato quattro anni per riassemblare tutte le immagini girate da ben 12 telecamere posizionate in luoghi ”strategici” per cogliere i minimi dettagli di ogni movimento e rumore. Il risultato è un’opera di grande potenza, la risposta dell’artista alla seducente combinazione di intensa bellezza e forte ebbrezza, derivate dalla visione della maestosa e imprevedibile potenza della natura, su cui l’umanità non ha controllo. L’opera avvolge e coinvolge l’osservatore calandolo in un universo di percezioni che lo isolano e lo disarmano, quasi a ridimensionarne il ruolo al cospetto dell’imponenza della natura.

Questa vena mistica e il dialogo introspettivo con gli elementi naturali è una costante nelle ultime produzioni artistiche di Graham. Il suo lavoro è permeato infatti da idee e ricerche che hanno a che fare con la sacralità dello spazio e questo porta a un risultato finale concettuale e immersivo. Le sue opere accompagnano in un percorso interiore, fatto di suggestioni e riflessioni, che attingono immagini e spunti da vari mondi, dalla filosofia alla letteratura, fino alla biologia. Emergono molto chiare le due fasi della ricerca dell’artista: l’intuizione e la risonanza, la prima intesa come elemento catalizzatore per la creazione dell’opera, la seconda come il risultato dell’opera così come espresso attraverso la mente dell’osservatore. Sono queste le caratteristiche che ne hanno fatto un artista apprezzato e richiesto in tutto il mondo. Le sue opere hanno viaggiato dal Mudam Guest House in Lussemburgo, al Busan Biennal in Corea del Sud, fino alle importanti gallerie britanniche e francesi. Quello che convince e appassiona è l’elasticità della sua poetica, che è alla base anche della versatilità del suo linguaggio.

Come si evince, tra l’altro, guardando le sue Parabole installate su blocchi in marmo, come fossero totem, e intente a proiettare un punto di luce sul soffitto, come a indicare ai viventi l’energia frammentata dei loro antenati. O lasciandosi rapire dall’atmosfera primordiale di Adamo ed Eva, una fotografia scattata a Stromboli, che ritrae dei blocchi di pietra che si stagliano tra una folta coltre di nubi e che rappresenta un omaggio all’equilibrio perfetto di uomo e donna. O, infine, in Suspended Animation, una scultura sospesa, composta da un assemblaggio di pietre che ripete una ”insolita” colonna vertebrale: semplici pietre morte? Tutt’altro. Graham le mette in connessione innalzandole dal terreno e collegandole con un sottile filo di acciaio, che le fa anche muovere leggermente al passare di un soffio di aria, quasi a rivelare una connessione tra l’umanità e la natura. Video, scultura, fotografia e installazione, James Graham è un artista che non rientra in una determinata categoria accademica. È un interprete puro della contemporaneità, di quelli che non hanno bisogno di stare in mezzo alla gente per capirla, che non sentono la necessità di sfogliare un giornale per sentirsi connesso con la società e con i suoi cambiamenti… Gli basta contemplare le stelle, interagire con la natura che lo circonda per riscoprire l’autenticità dell’esistenza.

James P Graham, nato a Windsor il 21 giugno del 1961, nei primi anni di carriera si è occupato di cinema e fotografia per importanti produzioni pubblicitarie. Nei primi anni Duemila decide di dare espressione alla sua vena artistica che lo ha sempre accompagnato e inizia a realizzare i primi lavori e le prime mostre. La critica si accorge di lui soprattutto dopo la realizzazione di Iddu, la sua opera più rappresentativa, con la quale approda anche alla Busan Biennale (Corea del Sud) nel 2010. Vista la sua formazione tradizionale nel campo fotografico e cinematografico, Graham ama in modo particolare la combinazione di processi analogici e tecnologia altamente sofisticata. Negli ultimi anni i suoi lavori hanno viaggiato molto. Dalla Grecia all’Australia, fino all’Inghilterra. Info: www.jamespgraham.com