The Seed of Time

Tre giorni di performance immersive tra gastronomia, arti visive, danza e moda per diffondere concetti come contesto urbano, progettazione e arte, presentando al pubblico differenti modi di vivere gli spazi. Succede in Puglia, ad Altamura. Dall’8 al 10 ottobre il collettivo internazionale Elephants and Volcanoes inaugurerà ad Altamura la sua sede italiana all’interno di una casa-museo, presentando la performance The Seed of Time. Abbiamo intervistato due esponenti del gruppo: Giacomo Garziano, architetto originario di Altamura e autore del progetto di ristrutturazione della casa-museo e l’artista visiva berlinese Annika Kappner, entrambi curatori dell’evento.

Chi sono gli Elephants and Volcanoes?

«Siamo un collettivo di artisti internazionali e condividiamo l’intento di generare nuove esperienze percettive, combinando culture, discipline e forme espressive differenti. Oltre a noi due, di base ad Amsterdam, i membri di E&V sono: il fotografo svizzero Michael Sieber, il designer e art director svizzero Clovis Wieske, l’artista culinaria e biologa Monica Kisic e il compositore e pianista Eric Maltz, entrambi peruviani».

La casa-museo di Altamura, è un esempio di architettura contemporanea in un luogo inaspettato, quasi una scultura. Com’è nato il progetto, Giacomo?

«Questo edificio appartiene alla mia famiglia da quattro generazioni e l’estetica dell’edificio è stata costruita su questa base. Lo spirito del luogo, dopo l’intervento di ristrutturazione è venuto fuori in maniera molto forte. L’edificio sembra urlare, contro le speculazioni edilizie, contro gli abbattimenti delle case rurali che qui si trovavano un tempo e contro l’abusivismo. Il rosso rappresenta il vigore dello spirito del luogo ma anche la sua rabbia. Per me era giusto che l’edificio si mostrasse sotto queste forme».

L’obiettivo del collettivo che avete fondato è il cambiamento: culturale, sociale e di coscienza. Un processo che su questo territorio è stato innescato nel 2014, anno in cui sono terminati i lavori della facciata dell’edificio, ribattezzata Gentle Genius. Giacomo, tu hai dichiarato: «L’estraneità dell’edificio ha generato fragilità del tessuto urbano circostante». Cos’è accaduto, all’interno e all’esterno?

«La denominazione Gentle Genius deriva da Genius Loci, il nome che gli antichi romani davano allo spirito del luogo, il direttore d’orchestra della città. Lo stacco provocato dall’intervento che ho realizzato è stato talmente radicale da forzare gli abitanti a osservare con un altro approccio, aprendo loro gli occhi sullo scempio degli abusi edilizi degli anni ’70/’80 presenti nella strada, facendoli riflettere sul concerto di contesto e paradigma. Il verdetto iniziale è stato fuori contesto, in seguito l’edificio ha iniziato a far parte della memoria collettiva: a oggi appartiene al luogo più di altri edifici costruiti anteriormente. The Infection è invece l’intervento organico effettuato all’interno, nella porzione di edificio in cui si svolgeranno le performance. Uno spazio simile ad una aggregazione di cellule, pronte a diffondersi per creare nuovi equilibri».

Come si svolgerà The Seed of Time?

«L’evento si svolge in due location, nella casa museo lo spettatore entrerà in contatto diretto con l’idea di spazio e di natura su cui è basato il concept The Infection, attraverso la performance e gli assaggi sensoriali. Nella seconda location, il concept store Anteprima, si svolgerà una vera e propria mostra e sarà possibile vedere tutti gli elementi che evocano la performance: piatti in ceramica disegnati dal collettivo e realizzati con la stampa 3D dal designer pugliese Giovanni Diele, un ambiente sonoro, bozzetti e video del making-of della casa-museo. Questa seconda parte è molto importante poiché sarà visibile a tutti, mentre la performance sarà riservata solo a piccoli gruppi di visitatori».

Cosa succederà dopo?

«L’intenzione è quella di creare un appuntamento periodico legato all’arte, nei vari luoghi di provenienza dei membri del collettivo. Attraverso le diverse esperienze abbiamo capito quanto sia importante collaborare tra diverse discipline, vorremmo collegare alle singole realtà locali artisti di tutto il mondo, anche in occasione di Matera 2019. Lo spazio altamurano The Infection sarà la base e il punto di incontro, ma anche un luogo di residenze e mostre che a breve diventerà una Fondazione. Stiamo già pensando al prossimo evento, probabilmente si svolgerà ad Amsterdam».

Come pensate che reagirà il pubblico?

«Di solito quello internazionale è più educato ma meno sensibile perché bombardato da tanti stimoli, mentre sarà interessante osservare le reazioni del pubblico locale, non esposto alla quantità di stimoli che si ricevono nelle grandi metropoli».

Ma da dove viene il nome del collettivo, Elephants & Volcanoes?

«Bella domanda. Per adesso è un segreto».

Fino al 10 Ottobre, Altamura, Elephants & Volcanoes Foundation, via Manzoni 25, Concept Store Anteprima, Piazza Zanardelli 11; info: www.elephantsandvolcanoes.com

Articoli correlati