Megahex

Roma

Prendete una giovane strega depressa e tossicodipendente («socio, andiamo a buttarci a fondo»), il suo gatto parlante («andiamo a prenderci un gelato o qualcosa del genere») e un gufo umanizzato («fottetevi e basta»). Tre figure che trascorrono la maggior parte del loro tempo sul divano di casa a fumare marijuana, oppure quando escono non possono esimersi dal cacciarsi nei pasticci. Mescolate bene e avrete una ricetta che si è rivelata vincente prima sui social network e poi su carta. Edita da Coconino press e Fandango, Megahex (120 pagine, 19 euro) è una graphic novel a colori che nasce dalla fantasia di Simon Hanselmann, abile a raccontare e disegnare storie fin da bambino. Nelle sue note biografiche si legge che il 32enne nato in Tasmania e residente a Melbourne ama travestirsi da donna (in questo ricorda Ed Wood, regista di serie b, definito dalla critica il peggior regista di tutti i tempi), dicendosi «felice nonostante qualche attacco di panico e da sempre confuso riguardo all’identità sessuale».
Un genere di commedia leggero, intrigante e demenziale, il suo – nel corso di una festa a casa dei tre, il lupo mannaro Jones, vero e proprio campione di autolesionismo, si grattugia un testicolo, preoccupandosi, sulla barella dei soccorsi, che i suoi amici non smettano di divertirsi – diventato un vero e proprio caso editoriale internazionale. In particolare, a colpire sono le caratterizzazioni della strega Megg, di Mogg (il suo gatto nero parlante) e di Owl, il gufo dai tratti umani, che discernono di vari argomenti, spaziando dal senso della vita al sesso, dalla politica alle star televisive. Qualche volta, per tirarsi un po’ su e combattere la noia, Megg e i suoi amici si avventurano in una gita oppure danno feste rocambolesche, dove può capitare di tutto; come nel caso del gufo, che porta in camera una ragazza appena conosciuta, salvo poi scoprire che ha tredici anni («mi odio così tanto che vorrei essere morto»). Apatici e inetti, i personaggi di Hanselmann cercano di convivere con depressione, abuso di droghe, problemi sessuali, povertà e assoluta mancanza di lavoro e di ambizioni. Particolarmente curiosa la figura di Owl, che prima si cruccia della sua triste esistenza («il mese prossimo faccio trent’anni, ragazzi. Devo fare qualche cambiamento nella mia vita»), quindi si ubriaca e tenta di aggredire una giovane coppia («insulsa troia da football. Cosa diavolo ci trovi in questo tizio?»). Un microcosmo complesso, folle ed originale. Da scoprire.

Info: www.coconinopress.it

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