Estate veneziana

Venezia

L’estate veneziana offre molte occasioni per visitare la città seguendo itinerari insoliti. Tra un dissetante spritz e un tuffo al Lido, non possono mancare visite alle diverse proposte culturali che continuano in occasione della Biennale d’arte in corso fino al 22 novembre. Lasciandosi cullare dal caso, è divertente perdersi tra le calli, imbattendosi casualmente in eventi collaterali e non, esposti nei tipici palazzi e nelle singolari location della Serenissima. Pensiamo a The sound of creation di Beezy Bailey e Brian Eno a Palazzo Pisani. Una mostra che si sviluppa in verticale, lungo lo scalone monumentale del conservatorio musicale Benedetto Marcello di Campo Santo Stefano. Partendo dalla corte interna dell’edifico si possono osservare le oltre quaranta opere esposte e persino ascoltarle, infatti alcune sono associate a tracce musicali.
Arrivati in cima, le piccole sale che ci accolgono sono immerse nella luce, dove arte e musica ci preparano ad uno spettacolo che ci ripaga del faticoso, ma senza dubbio inusuale percorso espositivo, una vista mozzafiato di tutta la città dalla terrazza del palazzo. Anche scendere nuovamente le scale rappresenta una nuova esperienza emozionale, le opere si lasciano ancora catturare ma da diverse angolazioni, i due artisti hanno così la possibilità di mostrarsi seguendo le diverse percezioni del visitatore.

Beezy Bailey, nasce a Johannesburg, Sudafrica, nel 1962, è un artista che utilizza vari mezzi espressivi della pittura alla performance. La musica ha avuto un ruolo molto importante portando a collaborazioni con famosi personaggi come David Bowie, Davide Matthews e appunto il secondo artista coinvolto nella mostra: Brian Eno. Nato in a Woodbridge, Inghilterra, nel 1948, è tra l’altro un compositore, musicista e ingegnere del suono. È stato tra gli inventori della musica ambient e precursore di generi come la new wawe e new age music. A partire dagli anni Ottanta, inizia a sperimentare anche con la pittura, scultura e video arte. Ancora pochi giorni per visitare la mostra dedicata a Ettore Spalletti, termina infatti il 23 agosto il progetto dedicato all’artista che ha rappresentato l’Italia alla Biennale nel 1997. In occasione della riapertura stagionale di Palazzo Cini a San Vio, nella casa-museo di Vittorio Cini che conserva i capolavori del rinascimento toscano e ferrarese appartenuti al collezionista, Ettore Spalletti è protagonista al secondo piano nobile del palazzo, inaugurando la restituzione di questo spazio recentemente restaurato e destinato a mostre temporanee. Il tutto promosso da Fondazione Giorgio Cini, in collaborazione con Aslc e con il contributo della galleria Studio la Città di Verona. Da qualche giorno è stata invece inaugurata Armonia, l’intima installazione nel parco dell’isola di San Servolo, allestita fino il 6 settembre. L’artista Irma Paulon, sciamana urbana e cultrice della bellezza, decide ancora una volta di omaggiare attraverso la sua arte la meravigliosa città di Venezia.
Il fiore della rosa tanto amato dall’artista, emblema di perfezione, amore e bellezza, dialoga con la vegetazione circostante. Attivo dal 4 agosto al 16 agosto Il paradosso del diamante, un progetto di Cecilia Jonsson al Museo di Storia Naturale che esplora l’ambiente sedimentario della Laguna, le sue dinamiche e la sua composizione. La mostra conclude il programma di residenza d’artista alla Fondazione Bevilacqua La Masa grazie alla collaborazione con l’Office for Contemporary Art Norway di Oslo. Molti altri si sono dedicati ad ad osservare il particolare rapporta della città veneta con l’acqua, tra le nazioni presenti in Biennale, il Messico è in prima linea con Possessing nature interpretato da Tania Candiani e Luis Felipe Ortega. Gli artisti hanno studiato il legame che unisce Città del Messico con Venezia realizzando un’opera che analizza e approfondisce le implicazioni della dimensione lacustre e della gestione delle risorse idriche, soffermandosi sull’impatto che ha un così eterogeneo territorio sugli abitanti. La mostra, alla Sala d’Armi dell’Arsenale, è composta da un vero e proprio dispositivo idraulico che aspira l’acqua direttamente dal bacino di Venezia, facendola scorrere con velocità e pendenze diverse attraverso un canale che percorre la monumentale scultura, per poi riversarla in uno specchio d’acqua da dove torna in laguna, rievocando così i complessi sistemi idraulici che circondano Città del Messico. Sempre in zona Arsenale troviamo a Campo della Tana, Tsang Kin-Wah portavoce per Hong King con The infinite nothing.

Quattro video proiezioni indipendenti che, insieme, formano la storia di un viaggio attraverso i vari stadi della vita. L’opera racchiude in sé concetti filosofici attraverso metafore e allegorie uniti a simbolismi religiosi e riferimenti alla cultura popolare. «Tsang – come afferma il curatore Doryun Chong – ha un’eccezionale capacità di illustrare la natura mutevole della vita. Usando le proiezioni di testi scritti di suo pugno e di immagini video altrui, questa videoinstallazione tenta di mettere in discussione gli arcaici valori imposti e la forza morale della religione, affermando la tensione umana all’auto miglioramento attraverso una ricerca di verità e realtà che dura tutta la vita. Echeggiando vedute sulla verità e l’interpretazione e analizzando l’idea di un mondo ideale illusorio, questo lavoro si prepara ad essere un contributo potente ed entusiasmante alla Biennale, sia dal punto di vista percettivo che concettuale». L’artista nasce nel 1976 a Shantou, Cina, studia belle arti alla Chinese University di Hong Kong e arte del libro al Camberwell College of Arts di Londra. Ha esposto in tutto il mondo con personali al Pearl Lam Galleries di Hong Kong nel 2012, l’anno precedente al Mori art museum di Tokyo, mentre è alla galleria Yvon Lambert di Parigi nel 2008. Partecipa alla settima Biennale di Scultura di Shenzen, alla Asian Art Biennial di Taichung nel 2011, alla 17esima Biennale di Sydney e alla prima Aichi Triennale di Nagoya. Le sue opere si trovano in diverse importanti collezioni pubbliche e private tra cui le collezioni Burger e Sigg in Svizzera, il Mori Art Museum di Tokyoe e Hong Kong Museum of Art. Oggi vive e lavora a Hong Kong.

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