Le ossessioni di Victor

Roma

Una vera e propria ossessione nei confronti delle donne, quella che Victor nutre. Quasi mai corrisposta, però («Rossella mi piaceva da morire. A scuola lo aveva fatto con tutti, ma non lo faceva con me. Voleva che la nostra storia fosse speciale. Quindi niente sesso, perché guasta tutto»).
Da Viola, che gli raccontava «di tutti quelli con cui aveva scopato prima di incontrare me» a Martina, che voleva sempre averla vinta, da Agnese – «i primi mesi facevamo scintille. Ma non era amore, credo fosse la mia moquette» – a Camilla, una ragazza con la smania della macrobiotica, «e ovviamente non si scopava più perché, per qualche mistero, la vita sana sembra non prevedere il sesso sfrenato tra le sue opzioni». Ma Victor porta avanti anche una sfrenata passione (tra le tante) per le racchette da tennis – «pur essendo assolutamente indifferente a qualsivoglia genere di sport, amo di tanto in tanto fermarmi fuori dai negozi di articoli sportivi e guardarle» e per le brioche al cioccolato, che il ”nostro” associa al ricordo di Alice, la figlia del fornaio. Romanticamente? Neanche per sogno, perché Victor precisa che «se toccava a lei servirmi, cercavo sempre di farmi dare la brioche più lontana dal bancone, in modo che dovesse chinarsi in avanti, lasciandomi intravedere attraverso la scollatura le sue splendide poppe, alle quali dedicai molti dei miei primi strusciamenti notturni tra le coperte». Sintetizzando in un titolo, Tutte le ossessione di Victor, che dà il nome alla spassosa graphic novel a colori (Diàbolo edizioni, 144 pagine, 15.95 euro) realizzata dallo svizzero Davide Calì, classe 1972, tra i più prolifici autori di letteratura per l’infanzia, e Pasquale “Squaz” Todisco, nato a Taranto nel 1970, illustratore di riferimento della scena indipendente italiana.
Dunque ci confrontiamo (scontriamo?) con un vero e proprio caso limite che si rivela in tutta la sui insicurezza, alimentata da fobie e avversioni che, pur suscitando ilarità – nel corso della lettura si sorride molto – diventano uno specchio in cui ognuno può scorgere le proprie ossessioni. Ossessioni che spesso ci portiamo dietro dall’infanzia. Ma l’intera esistenza di Victor è una cronaca che si snoda tra episodi imbarazzanti e surreali. Come nel caso dell’estremo saluto a Betty, la compagna delle medie morta a dodici anni di leucemia («venne il mio turno e, mentre mi piegavo con gli occhi pieni di lacrime, il mio pensiero andò a quelle mutandine col pizzo e provai un forte desiderio di sollevarle di nuovo il vestito, per vedere se per caso le indossava anche quel giorno»), oppure nei primi approcci con le droghe (« io non sapevo ancora cosa fossero, ma i miei compagni parlavano di certe pillole che se le prendevi potevi fare delle cose pazzesche, tipo sollevare un camion con una mano sola»). Un personaggio strepitoso, Victor, convinto di trasmettere un “magnetismo animale” che lo rende irresistibile per le donne. Per i lettori, sicuramente.

Info: www.diaboloedizioni.it

 

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