Arts & Food, parla De Albertis

La Triennale di Milano si sta riprendendo il suo antico ruolo di laboratorio culturale della città, pronto a dettare i tempi dell’avanguardia e a proporsi come terreno di dialogo tra società, arte e impresa. La attende un biennio di grande intensità: baricentro artistico di Expo 2015, con la grande mostra Arts & Food a cura di Germano Celant, prima. E poi, nel 2016, il grande ritorno dell’Esposizione del design. A fare da timoniere a questo vascello con il vento in poppa c’è, dal 2012, il presidente della fondazione La Triennale di Milano, Claudio De Albertis. Se Milano sta consolidando la sua centralità nell’art system italiano lo deve anche a personaggi come lui. Ed Expo, a suo dire, è l’occasione per consacrare questa realtà.

Il 2015 è un anno importante per Milano. Expo è alle porte e la Triennale è uno degli spazi cardine. Cosa bolle in pentola?
«La Triennale di Milano ospita il Padiglione tematico di Expo Arts & Foods. Per la prima volta nella storia dell’Expo c’è un padiglione esterno all’area espositiva. La Triennale è quindi fortemente impegnata sul tema e ha ritenuto di dedicare allo stesso tema di Expo anche il Triennale design museum 2015 con un’edizione dal titolo Cucina & Ultracorpi».

Il 2015 spiana la strada a un 2016 che vedrà la Triennale protagonista, con l’Esposizione del design. Un ritorno alle origini?
«Dopo 20 anni dal 1996, nel 2016 ritorna l’Esposizione internazionale. La modalità sarà modalità più aperta ai partecipanti che non saranno, come nel passato, solo gli stati ma anche le città e le regioni, le scuole e le università, le imprese e le strutture di servizio al progetto come i design centre, fino ai giovani ai quali sarà riservata una call speciale».

Può anticiparci qualche progetto e qualche nome che avete in cantiere per l’Esposizione del 2016?
«Il comitato scientifico è già al lavoro per predisporre in ogni sede mostre tematiche che aiutino a comprendere il significato del tema XXI Century. Design after design. Anche in questo ambito, con una partecipazione corale al posto del curatore unico, abbiamo impresso un’ulteriore novità».

In alcune città europee, come Parigi, si è riusciti a installare una visione vincente dell’uso della cultura che mette insieme pubblico e privato, nell’interesse di tutti. Ne sono scaturite grandi operazioni che hanno suggellato un trionfo di arte, storia e design: pensiamo alla fondazione Louis Vuitton. Qual è secondo lei il livello dell’Italia?
«L’operazione da lei citata è esclusivamente privata, così come sono private alcune iniziative di importante rilievo come quelle della fondazione Prada o della fondazione Trussardi. Per quel che riguarda la Triennale, abbiamo preso sul serio l’indirizzo del legislatore che ha voluto la privatizzazione della fondazione all’interno di una proprietà e di un controllo pubblico, cercando di trovare una strada corretta tra operatività e buona amministrazione. Ci confortano buoni risultati e il sostegno fino a oggi ottenuto».

E il livello di Milano?
«Milano è la città che, insieme a Venezia, offre la maggiore e migliore offerta culturale in Italia. Forse non riesce a comunicare con la stesquello del pubblico a quello economico, da quello scientifico a quello culturale, a quello dell’eredità che deve lasciare sia in termini strutturali sia nel modo di operare».

Autosufficienza produttiva, riciclo, sono alcuni degli effetti che la crisi sta determinando nel design e nell’architettura contemporanea. Sotto il profilo della creatività, applicata al design, è d’accordo con chi ritiene che la crisi si stia rivelando un’utile opportunità di crescita e di sviluppo di nuove idee?
«Abbiamo dedicato l’attuale edizione del Triennale design museum, Il design italiano oltre le crisi, a spiegare come la creatività e il progetto abbiano saputo reagire di fronte alle crisi economiche, sociali e civili. La crisi si può vincere e si possono superare le difficoltà attraverso la creatività. In questo momento le migliori risorse che abbiamo sono i giovani che con il loro impegno al rinnovamento, con la loro serietà ed entusiasmo possono garantire un futuro migliore».

Dal 10 aprile al 1 novembre, Triennale di Milano; info: www.expo2015.org

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