Le muse di Shae De Tar

Roma

Shae De Tar è un’artista americana che lavora con il collage, la pittura e la fotografia per comporre immagini magnetiche e surreali, tingendo di colori psichedelici i corpi nudi delle modelle per trasportare lo spettatore in un’altra dimensione, grazie alla magia della bellezza femminile.

Il tuo universo è fatto di donne, non a caso di recente le tue opere hanno fatto parte della mostra Pheromone Box alla Steven Kasher Gallery di New York, una collettiva in cui hanno esposto cinque promettenti talenti come te, tutte donne che fotografano altre donne. Quanto ti senti connessa a questa cultura post-femminista, oltre che per il culto della bellezza femminile e dell’arte? «Con i pubblicitari che impongono la loro idea della donna perfetta nel mondo praticamente ogni giorno, credo sia una ventata d’aria fresca l’arte vista da donne che ritraggono la loro personale versione delle donne. Sia che il ritratto sia astratto o meno, é comunque una visione meravigliosa. Se guardi ad una qualsiasi rivista dal 1800 in poi, è abbastanza chiaro che a proporre l’idea di bellezza sono sempre stati uomini d’affari, che da qualche ufficio spingono la loro visione fatta di standard distorti. Credo che gli ideali femminili di bellezza siano piuttosto diversi e quando vai a vedere una mostra come Pheromone Hotbox la cosa diventa piuttosto palese».

La tua arte si colloca da qualche tra realtà e utopia. I tuoi lavori ricreano atmosfere surreali, psichedeliche e fiabesche, la nudità aggiunge sensualità all’opera ma tu hai dichiarato «Sono più interessata alla donna come musa, per realizzare un’immagine bellissima e surreale che possa trasportare in un’altra dimensione». La tua arte è innocente ma la sensualità può essere innocente quando la persona non ne é consapevole. Possiamo affermare che ci sia una sensualità velata, pura e innocente nelle tue fotografie? «Puoi dire quello che preferisci…e naturalmente l’arte viene interpretata diversamente da ciascun individuo. Quando cerco su Google la parola sensualità il risultato è: ”il gusto, l’espressione o il raggiungimento del piacere fisico, specialmente sessuale”. Quello che intendo dire è che la definizione non corrisponde a quello che voglio ritrarre. Perché i nostri corpi, se sono nudi, devono sempre essere riportati al concetto di sessualità e sensualità?»

Utilizzi diversi media media, a volte tutti insieme, tecniche retrò come il collage e la pittura sulle fotografie. Per te rappresenta un tocco finale, un accento. Cosa significa, praticamente e metaforicamente? «Per me l’arte è sperimentazione e spingermi a pensare visivamente in modi diversi. Lavoro su un’immagine con la pittura o il collage in 40 modi diversi e la cosa potrebbe prendermi un giorno intero, una o due settimane, ma non mi fermo finché non ho prodotto qualcosa di cui sono soddisfatta. Pittura e collage sono solo un altro modo per sperimentare con l’immagine. Non mi considero una fotografa…sono più una creatrice di immagini. La fotografia in sé mi annoia….mi piace andare verso qualcosa di diverso, sperimentare è tutto per me».

Leggendo la tua biografia ho scoperto che la tua carriera in realtà è stata piuttosto sfaccettata, hai iniziato come modella, poi blogger, poi artista. Cos’è la fotografia per te? «La fotografia è per me solo uno strumento per esprimere qualcosa che ho dentro. L’immagine da sola non mi interessa, a stimolarmi è ciò che accade dopo. La macchina mi permette di catturare qualcosa di interessante e dopo posso stamparla, poi grazie alla pittura e alle forbici posso creare qualcosa di completamente diverso dall’immagine iniziale. Se non utilizzassi la fotografia come punto di partenza, penso che dipingerei e basta».

Stai raccogliendo soldi per il tuo nuovo progetto, puoi darci qualche anticipazione? «In effetti sto vendendo alcune stampe d’artista ai miei follower su Instagram a un prezzo più basso del solito, perché non tutti possono comprare una foto al prezzo di 2000 dollari, me compresa! Utilizzerò il ricavato per coprire i costi di viaggio e i costi di ingaggio per le modelle. Ho due progetti diversi in mente, molto diversi tra loro. Il primo include donne e soggetti appartenenti a culture diverse, molta più varietà del solito. L’altro progetto è ispirato dalla scienza e ad un ciclo di conferenze di scienziati innovatori che ho seguito, ma interpretate a modo mio e prevalentemente con la tecnica del collage».

Qual’è il tuo più grande desiderio come artista? «A dire il vero, sarebbe un sogno poter lavorare solo con l’arte e meno con la fotografia commerciale. Ma costruire una reputazione che poi permetta ai collezionisti di acquistare un lavoro, richiede tempo. Esporre nelle gallerie è molto costoso. Quando dipingo un’ immagine che devo scansionare per uno show, la scansione mi costa 300 dollari per immagine. Un prezzo folle. Perciò per esporre nelle gallerie finisco con lo spendere un sacco di soldi. Accetto i lavori commerciali per pagarmi da vivere e per finanziarmi le mostre, ma vorrei potermi concentrare solo sulle mie opere».

Info: www.shaedetar.com

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