Esercizi per occhi pigri

Ogni essere umano è unico e irripetibile, nelle sue caratteristiche fisiche, mentali, comportamentali. Spesso quell’unicità diventa un’ancora di salvezza, cui aggrapparsi per potersi distinguere dalla massa, per poter risaltare in uno spazio piatto, omologato, che tenta di attirare gli individui verso un codice di atteggiamenti già scritti, già previsti, infinitamente ripetibili. Un codice fatto di mode, di discorsi e frasi fatte, in cui le diversità si assottigliano, lasciando il posto a una serie di figure che sembrano portare, a fatica, la stessa identica uniforme. Da sempre legata alla tematica identitaria, non solo per ragioni di ricerca artistica ma anche per la sua storia personale, Mariana Ferratto torna con una personale negli spazi di The Gallery Apart per domandarsi ancora quelli che sono le tematiche di appartenenza, di cambiamento, di fattori ambientali che riscrivono le attitudini personali. L’attenzione dell’artista è tutta rivolta verso lo spettatore, invitato a partecipare attivamente e attentamente per arrivare alla comprensione completa del suo lavoro. A cominciare dagli esercizi per occhi pigri, quelli cui l’oculista sottopone i suoi pazienti tentando di farli sforzare ad usare quell’occhio che fatica meno dell’altro, lo spettatore non può fare altrimenti che spendere dei minuti di reale attenzione per far sì che il pulcino salti dentro l’uovo, il cuore torni a battere nel corpo umano, la testa del domatore finisca nella bocca del leone e così via.

Nel video Curriculum vitae la stessa donna, multitasking come la vuole la società in cui vive, si destreggia tra l’essere amante, insegnante, studentessa, attrice. L’identità è sfaccettata, non può ridursi a un’unica caratteristica esaustiva e proprio nella poliedricità se ne scrive l’interesse. Qual è l’immagine che gli altri hanno di noi? Quante mille immagini discordanti compongono la propria personalità guardandosi dentro? Se in questo caso l’una diventa quattro persone, sicuramente più straniante è l’effetto che viene a crearsi al piano inferiore, dove l’artista si mette Allo specchio: quelle che potrebbero sembrare tante Mariane intente nel gesto di guardare la propria immagine riflessa, sistemarsi i capelli, fare smorfie verso il vetro dello specchio sono invece sei persone diverse. Frutto di un lavoro di ricerca di sue sosia che l’artista ha cominciato già un paio d’anni fa, Allo specchio racconta come tutti quei frammenti appartengano alla stessa persona. Se da una parte, infatti, l’artista procede allo sdoppiamento della sua personalità in tutte le sfaccettature che come essere umano e come donna si ritrova a coprire nell’arco della giornata, dall’altra ricorre attraverso la molteplicità delle sue copie alla restituzione della sua sola identità. La sua visione allo specchio, multiforme come in una serie di frammenti diversi a seguito di una brusca caduta che ne ha rovinato l’integrità, vuole in realtà essere quella di una persona sola, una Mariana che si ritrova in ognuna delle sue rappresentazioni. Una, nessuna o centomila? Forse tutte e tre insieme.

Dal 14 febbraio all’11 aprile, The Gallery Apart, Via Francesco Negri, Roma; Info: www.thegalleryapart.it

 

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