Tutto pronto per AAF

In occasione dell’inaugurazione della quinta edizione milanese di Affordable Art Fair, il network di fiere d’arte con opere dai prezzi contenuti, la neo direttrice Nina Stricker ne racconta gli aspetti consolidati e le attese novità.

Nel 2012, con la tua direzione, la fiera Kunstart ha completamente cambiato volto. Come ti sei rapportata a un format dall’identità così consolidata come quello di Affordable Art Fair?
«Mi piacciono le sfide difficili e Kunstart lo fu sicuramente dandomi l’occasione di poter lavorare a trecentosessanta gradi sul format della fiera. Già all’epoca, guardavo con grande ammirazione alla filosofia aperta e accessibile di Affordable Art Fair. Una filosofia che mi appartiene e che ho cercato di portare anche in Kustart, soprattutto tramite la trasparenza dei prezzi e il coinvolgimento di un pubblico giovane, così come di un’arte contemporanea emergente che permette qualità a prezzi accessibili e entusiasmo. Allo stesso modo, ho affrontato la sfida professionale di Affordable Art Fair riallacciandomi a esperienze personali e pregresse. Tra queste sicuramente la propensione per i focus geografici che avevo sperimentato a Bolzano, territorio di confine per eccellenza. Da quest’interesse è nato Exchange, un programma di scambi internazionali all’interno del network AAF, che renderà possibile uno scambio tra la fiera di Milano e quella di Amsterdam. Il tentativo è quello di sostenere il lavoro delle gallerie italiane anche all’estero, facendo funzionare AAF come una sorta di famiglia. In questo caso la scelta dell’Olanda è stata per me molto spontanea: mia madre è infatti olandese, io sono nata in Belgio e la mia prima lingua è l’olandese. Più in generale, comunque, tutte le persone che lavorano all’interno del circuito Affordable hanno questo imprinting internazionale. Questa di Exchange è una prima esperienza che speriamo di replicare tramite scambi annuali all’interno del network europeo».

Hai accennato della tua visione di “affordable” in senso di emergente, un aspetto già presente nel network AAF.

«Sì, da sempre infatti Affordable Art Fair ha un contest legato ai giovani, l’AAF cerca young talents, dove anche perfetti sconosciuti possono trovare l’opportunità di esporre e vendere le loro opere per la prima volta, grazie a un’area dedicata in fiera. Per l’edizione 2015 ho voluto ampliare questa parte tramite la partecipazione di gallerie che rappresentano artisti under 40. Il visitatore tipo di AAF si aspetta infatti di trovare opere di artisti giovani, volendo in qualche modo investire, fare una scommessa, sulla crescita di uno di loro. Basandoci su questo dato, abbiamo deciso di dedicare 140 m2 dei 1600 complessivi, all’arte emergente. Inoltre insieme agli artisti selezionati online, saranno stavolta presenti in questo spazio dei loro coetanei, già rappresentati da una galleria. Per un giovane non è d’altronde importante soltanto vendere, ma entrare in contatto con potenziali rivenditori a lungo termine: con questa sezione speciale si è cercato di favorire sinergie di scambio».

Tante sezioni nuove quindi, un fiera formato famiglia e per tutti i gusti, ma soprattutto un’attesissima Art night out, cosa ci si aspetta dal’inserimento di questi eventi off?

«Sicuramente un altro aspetto che mi appartiene è quello di mettere in contatto realtà diverse: quando ho diretto Kunstart il gruppo di lavoro venuto a crearsi comprendeva tutte realtà della regione. Sebbene Milano sia indubbiamente un territorio diverso, può essere immaginata al pari di un’intera regione. Anche in questo caso quindi si è lavorato per creare energie collettive: grazie a una serie di contatti costruiti in questi mesi, è stato possibile mettere in comunicazione i nostri espositori non solo con gallerie di Milano, ma anche con atelier di artista presenti sul territorio e alcune associazioni affermate che operano in città. La volontà era quella di creare maggiori connessioni tra la fiera e la realtà locale e tra i collezionisti alle prime armi e i luoghi in cui l’arte viene esposta, venduta – e addirittura creata- tutto l’anno. In questo modo speriamo di permettere loro di scoprire luoghi dedicati all’arte che sono al di fuori degli itinerari tradizionali più battuti ma che durante la Art Night Out. Per concludere, abbiamo pensato di dare a questo evento off le stesse caratteristiche della fiera, perciò le opere saranno anche acquistabili e, ovviamente, sotto la solita soglia dei 6000 euro: Affordable Art Fair si diffonde così in tutto il tessuto della città».

Molte delle iniziative e dei talk di quest’anno sembrano dimostrare la volontà dare un apporto sul piano teorico a un contesto prettamente economico.

«Più che teorico, che è forse un ambito poco accessibile al grande pubblico, qui è presente uno stile di mediazione basato sull’entertainment, in un formato dedicato anche alle famiglie. Si punta su attività laboratoriali, facendo sperimentare e capire come viene realizzata un’opera d’arte: l’inesperienza di molti visitatori di AAF permette una fruizione completamente diversa dei contenuti e ritengo questa una vera forza. Per il resto, quello di Affordable è in realtà un format molto orientato al mercato, nel senso però che facilita l’acquisto, togliendo l’inibizione per cui l’arte è talvolta percepita come priva di valore o dal valore così incommensurabile da non poterla possedere. AAF cerca di rompere con i dettami tradizionali e per questo si concentra su quei settori emergenti che sono meno rappresentati in fiere tradizionali. Tra questi, la Street Art a cui sarà dedicata una tavola rotonda che coinvolge diversi operatori, della scena istituzionale e non, cercando di confrontare autori e protagonisti sullo status quo di questo ambito artistico all’interno del sistema ufficiale».

Vorrei concludere parlando dell’intervento di Michelangelo Pistoletto che segnerà ancora una volta gli ambienti di Superstudio Più con il suo Terzo Paradiso.

«Tra le fiere Affordable, Milano è sempre stata un’esperienza testing, proprio per questo suo profilo si è riusciti a coinvolgere un protagonista dell’arte contemporanea come Pistoletto che ha un approccio dall’apertura democratica e una visione dell’arte anche in funzione sociale. Il suo intervento sarà capace di avvicinare il semplice curioso, così come un pubblico di esperti. Questo momento, sancito dall’incontro tra il fondatore di Affordable Art Fair, Will Ramsey, e l’artista, si pone l’obiettivo di creare contenuti divulgativi e di apertura, rispetto a un contenuto che è qualitativamente eccezionale ma talvolta ostico nelle modalità di accesso. Da sempre ho questo approccio e per questo un progetto come Affordable per me è una sfida, un divertimento e ci vedo un’utilità nell’avvicinare nuovi utenti all’arte contemporanea».

Dal 19 al 22 marzo; Superstudio Più, via Tortona 27, Milano; info: www.affordableartfair.com

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