Street art a Tor Marancia

Roma

Ci sono alcuni muri che vengono concepiti non per dividere o per innalzare barriere, ma, al contrario, come simboli di libertà e integrazione. In questo caso, quando succede, si può dire di aver raggiunto un traguardo, non soltanto per un quartiere, ma per l’intera comunità. Stamattina, a Tor Marancia, il sole di una giornata quasi primaverile ha battezzato venti nuove facciate dipinte da street artist internazionali, realizzate nell’ambito del progetto Big city life, ideato dalla 999 contemporary grazie al sostegno di Roma Capitale e della Fondazione Roma. Venti facciate, per un totale di circa 2.500 mq, diciotto artisti, tra cui Diamond, il francese Philip Baudelocque, Mr.Klevra, Seth e Moneyless a lavoro per 70 giorni. Un momento importante sia dal punto di vista culturale che sociale, al quale hanno partecipato, oltre ai residenti dell’ottavo municipio, personaggi del mondo dell’arte e della politica. È iniziata in maniera tumultuosa la conferenza stampa, ritardata dalle domande incalzanti di Filippo Roma delle Iene rivolte al sindaco Ignazio Marino: «Quando pensate di pubblicare la lista degli immobili in affitto?». Poi, a fare gli onori di casa Francesca Mezzano, l’organizzatrice, nonché ormai l’idolo delle vecchiette di Tor Marancia: «Ringrazio tutti i cittadini che ci hanno sfamato e fatto il caffè. Ringrazio Emmanuele Emanuele presidente della Fondazione Roma e Roma capitale. Grazie inoltre ai curatori Stefano Antonelli e Gianluca Marziani. Il progetto non so sarebbe fatto grazie a loro».

Riqualificazione è ormai un termine usurato, che sarebbe bene utilizzare con parsimonia, ma, in casi come questo, è bene ricordare come alcuni interventi abbiano realmente il potere di contribuire a rendere vivibile un quartiere come quello di Tor Marancia, considerato a torto periferico e mal frequentato. A ricordarlo, il presidente della Fondazione Roma, Emanuele: «Dopo Sanba, il progetto per la riqualificazione di San Basilio, sono contento di poter replicare. Non è giusto pensare a questo quartiere come periferia e le opere sociali servono anche a educare. Tor Marancia oggi si è illuminato grazie a Francesca e a suo marito Stefano e, grazie a loro ho potuto scegliete le opere e gli artisti. Se vi piaceranno merito mio, se non vi piaceranno colpa mia – e continua anticipando i nuovi progetti pensati dalla fondazione – Stiamo pensando di installare nel territorio artisti di grandissimo rilievo, in nome di un rapporto tra pubblico e privato che da sempre la Fondazione Roma ha per vocazione. L’avventura di oggi infatti spero non si fermi qui, credo che si possa fare tanto per rappresentare le esigenze della collettività». Presente alla conferenza anche Giovanna Martinelli, assessore alla cultura, creatività, promozione artistica e Turismo di Roma Capitale, che ha voluto invece sottolineare come questa iniziativa sia utile a far girare il motore del turismo nazionale: «Non dobbiamo dimenticare che portare la street art in aree meno frequentate dai turisti, significa metterle in valore. Roma ora può dire di vantare anche un patrimonio contemporaneo, non è solo arte antica». Prima di dare la parola al sindaco, la Mezzano passa il microfono al presidente del Municipio Roma VIII Andrea Catarci, che va a toccare dei temi che stanno particolarmente a cuore agli abitanti del quartiere: «Questo progetto è un segnale molto positivo per tutti ma non sostituisce tanti lavori che servono per migliorare le condizioni del quartiere. Serve inoltre un restyling delle opere che sono soggette a vandalismo. Molte opere di Ostiense sono già state rovinate».

A Marino il compito più arduo di rispondere anche alle lamentele degli abitanti di Tor Marancia, che chiedono una maggiore attenzione per gli interventi necessari al quartiere: «Questa è un’opera di attenzione, è un periodo difficile ma noi stiamo cercando di individuare le mission principali del comune di Roma. Tra queste, prima tra tutte la manutenzione, alienare i beni dati attraverso privilegi e le società che non servono al comune, dalla cui vendita speriamo poter ottenere le risorse necessarie a rendere più vivibili i quartieri della capitale: ogni quartiere di roma è storico per noi, anche Tor Marancia – e conclude – Crediamo moltissimo nella partnership coi privati che hanno reso possibile questo evento. Qui a Roma il museo aprirà ogni mattina». La conferenza finisce, ma Marino, ancora braccato dalle Iene, non riesce a finire in pace il giro dei murales. Roma non sembra troppo convinto dalle parole di fiducia espresse dal sindaco. E, a dirla tutta, troppo persuasi non sembrano neanche gli abitanti di Tor Marancia, che incalzano il sindaco, difendendo il giornalista: «Non lo volete fa parlà perché sapete che dice la verità». Intanto la gente se ne va, ma le opere restano lì sui muri, come monito di una serie di promesse che Roma si è impegnata a rispettare.