Artefiera, il bilancio finale

E un’altra fiera se ne va. Si è appena svolta a Bologna la conferenza di chiusura di Arte Fiera 2015. A salutare il pubblico e a fare gli onori di casa ancora Giorgio Verzotti, Claudio Spadoni, Duccio Campagnoli, Marco Scotini. «Le visite hanno superato i 52 mila visitatori, il 10% in più rispetto al 2014. Abbiamo registrato anche aumenti di visite su facebook e sul nostro canale youtube – ha affermato soddisfatto Campagnoli, presidente di Bologna Fiere –  Arte fiera ha centrato l’obiettivo, essere piattaforma per l’arte italiana ( moderna e contemporanea) e per i grandi maestri. È stata una grande mostra dei grandi maestri dell’ arte italiana, non si vede da nessuna parte un’esposizione di arte italiana come questa, neanche a Basilea». E ancora Campagnoli ha insistito sul prestigio di questa fiera storica: «È il più grande appuntamento con il mercato, abbiamo riscontrato una crescita del lavoro delle gallerie, sia della parte figurativa sia fotografica. Anche sul piano delle vendite c’è stato un incremento del 20% rispetto al venduto dello scorso anno, anche la sezione fotografia ha registrato incassi del 30% in più. C’è stato un giro d’affari tra i 28 e i 30 milioni». Molte le critiche sulla ripetitività degli stand, a cui il presidente risponde: «Se il difetto è quello di avere troppi pistoletto, boetti, calzolari ecc noi ne siamo orgogliosi». Ottimi risultati anche per le iniziative collaterali: «Art city è stato un successo, è tornata a produrre esperienze, sperimentazioni e nuove iniziative. Buoni risultati anche dalle conversation e di tutte le altre iniziative in città, per esempio la mostra di Scotini ha registrato 4000 visitatori».
E cosa ci aspetta il prossimo anno?: «Sarà un evento molto più importante, ricorreranno i 40 anni della fiera e dovrà raccontare che cosa ha rappresentato Bologna nel mondo dell’arte. Vorremmo trasmettere l’idea dell’arte italiana come motore di energie e risorse, quindi sarà dedicata agli artisti con meno di 40 anni e si sta pensando ad un rapporto tra 40 grandi maestri dell’a rte italina e i giovani 40 del futuro».

Claudio Spadoni, direttore artistico responsabile del settore moderno, ha voluto far emergere tre punti fondamentali: «Prima di tutto bisogna sottolineare come ci sia stato un aumento di presenze nonostante anche lo scorso anno le cose fossero andato bene. I semplici visitatori e curiosi della fiera sono o diventeranno dei potenziali collezionisti quindi è molto significativo l’aumento di pubblico del sabato e della domenica. Gli stessi galleristi hanno dichiarato che hanno venduti a dei nuovissimi collezionisti. In secondo piano la qualità. Per quello che riguarda l’arte italiana dai primi del ‘900 fino all’arte degli anni ’70 non c’è paragone a livello qualitativo per le presenza registrate». E non è solo un parere dei direttori: «Sia studiosi che critici dell’arte mi hanno riferito che in certi momenti si sono sentiti tra le sale di un vero e proprio museo tra i più importanti del ‘900 italiano ma è stata elevatissima anche la qualità di arte straniera. Puntiamo soprattutto sul Made in Italy per la convinzione precisa che Bologna Fiera abbia questa identità, rappresentare la fiera dell’arte italiana che non adeguatamente considerata sul piano internazionale. Terzo e ultimo punto le vendite: non c’è stata nessuna galleria rimasta scontenta da come sono andati gli affari. Hanno venduto già nel giorno dell’inaugurazione. Il ritorno di collezionisti stranieri è un segnale molto importante».

Marco Scotini, curatore della mostra Too early too late ha tirato le somme sul risultato della mostra allestita alla Pinacoteca centrale: «Grande successo per la mostra, anche gli artisti sono rimasti molto soddisfatti. Pensavamo fosse difficile raggiungere il successo dell’anno scorso e invece è andata ancora meglio». D’altra parte anche il tema affrontato era piuttosto insolito e originale: «È la prima volta che una mostra interamente dedicata al medio oriente viene presentata e ottiene questo successo. C’è stata un’ottima reazione dei collezionisti ed è un indice che si sta operando nella giusta direzione. Anche le sezioni del Middle East di Arte Fiera hanno registrato grandi visite, sembrava un suc arabo».

A concludere la controparte contemporanea della fiera, Giorgio Verzotti: «Sono estremamente soddisfatto dei risultati ottenuti. Abbiamo raggiunto tutti gli obiettivi che ci eravamo prefissati. In primis è aumentato il livello della fiera ( gallerie, opere, eventi collaterali), ma anche l’aumento delle gallerie implicitamente significa che il gallerista e l’artista da lui rappresentato si fida di questa fiera». Ma anche la partecipazione e l’appoggio delle persone coinvolte ha giocato un ruolo importante: «Patrizia Sandretto è stata la prima a riconoscere la grandezza della fiera, era presente anche il curatore della biennale e questo è motivo di orgogli». La conclusione della fiera è anche l’occasione per fare un bilancio sul lavoro svolto in quest’ultimo anno: «Bologna sta diventando nuovamente l’appuntamento internazionale e sta riacquisendo l’importanza che aveva un po’ perso». Per chi si chiedesse se Arte Fiera continuerà sulla stessa direzione, la risposta è affermativa:  «Accentueremo l’aspetto curatoriale che è attento sia all’aspetto critico che a quello commerciale». Non resta che aspettare il 2016 per scoprire come sarà la prossima fiera.

 

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