Un secolo di grattacieli

In occasione del centesimo anniversario dalla stesura del Manifesto dell’Architettura futurista, inaugura alla Fondazione Catella una mostra che racconta lo skyline del capoluogo lombardo, da allora a oggi. Grattanuvole fu in principio il nome di un progetto mai realizzato dell’ingegnere Achille Manfredini (1869-1920), per la costruzione di un edificio di cinquanta piani. Oggi, quello stesso termine dà il nome alla ricca esposizione che, inserendosi nel contesto dei grandi cambiamenti portati dai progetti architettonici di Porta Nuova a Milano e dell’imminente Espo 2015, si propone una prima grande analisi sul tema.

A segnare l’inizio di quest’analisi è il grande plastico della città di Milano che, dando risalto ai grattacieli con un gioco di trasparenze, accoglie lo spettatore al centro della prima sala. Tutt’attorno si affollano sulle pareti testimoni del passato, come i materiali inediti riportati alla luce dall’Archivio Bega, insieme a opere recenti che affrontano il tema della costruzione verticale tramite il suo rapporto con l’andamento orizzontale. Tra queste la serie fotografica realizzata da Marco Garofalo, Tra Orizzontale e Verticale e la grande opera site specific Nociòn Trasversal Grattacielli 014-1/2, di Raymundo Sesma (Messico, 1980). Quest’ultima, con un incastro di volumi in pieno stile futurista, si impone sulla parete di fondo fungendo da quinta teatrale alla carrellata di videointerviste ai grandi nomi del panorama architettonico italiano, presenti su tablet sotto di essa. Un coro di media, voci e approcci diversi, quindi, utilizzati per raccontare la storia di una conquista al cielo. L’obiettivo centrale sembra quello di far conoscere alla popolazione milanese stessa questo aspetto della propria città. In particolare, il piano superiore accoglie la sezione della mostra che, con progetti e dipinti risalenti all’inizio del secolo scorso, testimonia come la costruzione in verticale sia nel Dna del capoluogo lombardo e non certo un fatto recente.Il piano interrato, con la rappresentazione e la spiegazione dei tanti progetti architettonici che negli ultimi anni stanno mutando ulteriormente il profilo di Milano, come ad esempio i celebri boschi verticali dello Studio Boeri, non rinuncia al profilo scientifico che caratterizza tutta la mostra, ma innesta su di esso quello del gioco. La metà di questa terza e ultima sala è dedicata all’esposizione di dieci progetti per una torre immaginaria realizzati da altrettanti importanti studi di architettura milanesi con i mattoncini del marchio Lego, qui nell’apposita versione Architecture Studio.

La mostra si propone infine di uscire dagli stessi spazi espositivi: nei prossimi giorni saranno presenti a terra, lungo le aree interessate di Piazza della Repubblica, via della Liberazione e Piazza Gae Aulenti, bolli adesivi rappresentati silhouette di alcuni grattacieli Milanesi, al fine di guidare lo spettatore verso una scoperta reale della città che abita. Un’esposizione, quindi, che non lascia interrogativi, capace di creare connessione con il territorio, con tutti i suoi enti, con ogni fascia di visitatore e, soprattutto, di lasciare qualcosa a ognuno, senza mai abbandonare il rigore scientifico. Una mostra che d’altronde ha saputo raccontare l’importanza del verticale senza tralasciare l’orizzontale.

Dal 7 novembre al 6 dicembre 2014; Fondazione Riccardo Catella, via Gaetano De Castillia 28, Milano; info: www.fondazionericcardocatella.org

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