Savazzi#TalentPrize2014

Sette anni a scandagliare le cavità inesplorate del contemporaneo. Per cercare un’alternativa. Senza seguire una strada retta, abbiamo percorso deviazioni il più delle volte fortunate. Anche quest’anno, come i sei precedenti, il Talent prize segue questo percorso. Quindici artisti: un vincitore, nove finalisti, cinque premi speciali e l’Atelier Wicar i protagonisti della mostra che dal 14 al 29 novembre è ospitata alla Casa dell’Architettura e ai quali abbiamo interamente dedicato il nostro prossimo numero. Ve li presentiamo brevemente, uno al giorno, in modo che anche voi possiate giudicare ciò che abbiamo trovato nelle nostre deviazioni. Perché si sa, non c’è retta via senza un’alternativa.

Un groviglio di linee distinte dai colori caldi ricama l’opera di Andrea Savazzi. Come rughe che segnano un volto testimone del proprio passato, Mantua landscape, che si inserisce in una ricerca del paradosso tra il fascino di un luogo e la denuncia del suo degrado, è memoria di un ingombro sul territorio. L’opera svela tutte le sue contraddizioni: l’attrazione e la decadenza di uno stabilimento petrolifero fermo nel tempo e nell’utilizzo, che tuttavia mostra ancora la sua impronta nel paesaggio. Una nuvola di fumo si staglia infatti al centro della tela. La sospensione temporale di un fazzoletto di territorio diventa fantasma visibile di un tempo passato che incide sul presente. Come un bambino nascosto da un lenzuolo rimane visibile, così il territorio intorno allo stabilimento porterà sempre i segni del suo esserci stato. Eppure oltre quelle linee, si scorge un paesaggio diverso che appare quasi ricoperto da una coltre di polvere che andrebbe solo soffiata via per farlo emergere. (Testo delle curatrici della mostra, Alexandra Russi e Arianna Ioli)

Per tutti gli artisti del Talent Prize 2014

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