Another second skin

Nella sede della Fondazione Bevilacqua la Masa di piazza San Marco, Venezia, la presentazione del vincitore Stonefly art prize 2014, e della mostra Another second skin. L’edizione di quest’anno, la quinta, si caratterizza in un ulteriore passo in avanti per dare maggiore spazio alla visionarietà e all’approfondimento della ricerca, al primo posto oltre a un premio acquisto anche un premio produzione: Stonefly produce e acquista l’opera che verrà allestita a Milano a inizio 2015. Il podio spetta a Caterina Erica Shanta, con Toccare senza vedere, vedere senza toccare. Il secondo gradino, con borsa di studio, al progetto The Black square/La macchina per vedere ciò che c’è di Graziano Menghin e Jacopo Trabona.

Il lavoro di Shanta si concentra sulla gestualità, solitamente intesa come mezzo d’espressione e di comunicazione tra più persone, che all’interno dell’ambito lavorativo cambia radicalmente il suo contenuto relazionale. Il gesto dell’uomo, nella fabbrica, non è più orientato verso un altro soggetto, ma allo strumento della macchina, e da esso dipende il risultato materiale della cosa prodotta. L’azione si focalizza sul minimo dettaglio, sul potere che ha ogni singolo dito. Qui l’immagine sfiora la claustrofobia fino a dissolversi, il monitor diventa una seconda pelle espansa dove tutto sublima, si esalta per amplificare il movimento e l’azione. Nata a Landstuhl, Germania, nel 1986, di formazione artistica, è iscritta all’ultimo anno del corso di laurea magistrale in Arti visive all’Università Iuav di Venezia. Ha all’attivo due documentari realizzati con Valeria Marchesini e Dalila Missero: È troppo vicino per mettere a fuoco, documentario autobiografico e Nel mio riflesso il tuo movimento, del 2013, che riporta la Torino studentesca e operaia durante il ’68. Scrive su blog di cinema e arti visive. La sua ricerca è incentrata principalmente sulla pratica documentaria come strumento di esplorazione della memoria individuale e collettiva. Un mezzo per riflettere sulle immagini raccolte, sulla loro circolazione o censura. Il continuo cambio di senso delle immagini le pone in costante oscillazione tra finzione, biografia, autobiografia e storia. Nel capoluogo veneto, inoltre, la mostra curata da Marco Tagliafierro e Stefano Coletto, presenta i progetti degli artisti che hanno partecipato al concorso in forma di documenti, materiali, modellini e immagini che illustrano il processo di ideazione ed eventuale realizzazione dell’opera. Si tratta di proto opere, eterogenei moodboard, presentazioni di idee concrete e documentate di installazioni: materiali che si collocano tra il possibile e l’utopico per un Another second skin.

I protagonisti selezionati al programma di residenza della fondazione sono: Giuseppe Abate & Paola Angelini, Anemoi, Marko Bjelančević, Pamela Breda, Saverio Bonato, Samuele Cherubini, Graziano Meneghin & Jacopo Trabona, Fabrizio Perghem, Fabio Roncato, Gli Impresari, Eleonora Sovrani e Caterina Erica Shanta, appunto. I giovani talenti hanno interpretato tecnologie e dinamiche dell’azienda moderna attraverso la conoscenza delle attività che si svolgono all’interno della realtà di Stonefly, come la sperimentazione dei materiali, le relazioni tra chi vi lavora, la cura nella comunicazione e gli studi di posizionamento dei prodotti. Agli artisti è stato chiesto di immaginare, seguendo la propria attitudine e secondo le tecniche più interiorizzate, come potrebbero materializzare una seconda pelle, traslando e ampliando i contenuti di questa innovativa collezione. Un legame quello tra arte e Stonefly che parte dal 2010 con la prima edizione a tema libero, vinto in ex-aequo da T-Yong Chung, opera untitled e Giulio Squillacciotti con Zimmerreise. L’anno successivo tocca a Serena Vestrucci e l’opera Forme di passeggiata con qualcuno. Il 2012 vince Davide Spillari con Try to fly a stone, mentre nel 2013 con il tema La materia l’applauso spetta a Corinne Mazzoli, nata a LaSpezia nel 1984, con Tutorial #1: how to get a Thigh Gap.

Another Second Skin, fino al 16 novembre, Fondazione Bevilacqua la Masa, San Marco 71, Venezia; Info: www.bevilacqualamasa.it

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