Macro, parla Giovanna Marinelli

Roma

Improvvisamente l’agenda del comune sul museo Macro sembra essere diventata più fitta: ieri è stato approvato il piano di rilancio del museo, che prevede la creazione di un Polo museale di cui fanno parte anche la Galleria civica di arte moderna di Roma e Palazzo Braschi; entro una settimana sarà pubblicato il bando per selezionare un direttore di tale centro nevralgico delle arti moderne e contemporanee della capitale. E nel frattempo il Campidoglio lavora sul bilancio del 2015, per sapere quale sarà la disponibilità finanziaria del nuovo direttore.
L’assessore alla Cultura del comune di Roma, Giovanna Marinelli, difende orgogliosa la sua exit strategy da un’impasse (o mancanza di idee) durata troppo tempo, che ha portato il museo di arte contemporanea di Roma, negli ultimi mesi, a svuotarsi del suo dinamismo e della sua ricerca e sperimentazione. Ora un programma esiste, sebbene costellato da qualche zona d’ombra. Una su tutte, l’impressione che ci sia sia mossi più guidati dalle tasche che dalla ragione: «Abbiamo agito ispirati dalla volontà di razionalizzare – ammette l’assessore – ma abbiamo fatto un investimento». E lo dimostra il fatto che il Macro, sebbene accorpato ad altre realtà «conserva un suo capitolo autonomo di bilancio e un budget destinato. Un budget – ricorda l’assessore – che dal primo settembre al 31 dicembre 2014 ammonta a circa 250mila euro».

Nessuna volontà di svilire la vocazione e l’ambizione di questo grande museo, quindi. Tutt’altro. «La storia del Macro – continua l’assessore – nasce dall’esperienza delle gallerie civiche, con una storia simile a quella di grandi città italiane. Il museo ha una sua collezione e dialoga con il territorio. Ciò significa che è legato alla città e all’arte nazionale e internazionale. La nostra scelta risponde all’esigenza di rimettere in moto il Macro nell’ambito di una filiera che include anche Palazzo Braschi, che documenta i cambiamenti della città, e la Gam di Roma, che costituisce temporalmente il precedente più vicino al Macro». Una soluzione che rivela un lavoro fatto confrontandosi più con gli addetti al bilancio che con gli addetti culturali? «Niente affatto – continua la Marinelli – se la logica fosse stata solo quella di fare economia avrei messo alla guida del museo un comune dirigente. Invece c’è un bando e, soprattutto, c’è uno stanziamento di bilancio ad hoc. Abbiamo intenzione, pur nell’ambito di un ragionamento complessivo, di proiettare il museo verso un futuro brillante e prestigioso, la cui costruzione passa dalla riorganizzazione totale del museo, a partire dal personale».

Del bando ancora si sa molto poco. L’assessore non si sbottona e ripete quanto già si sapeva, cioé che la selezione avverrà per titoli. Dalle caratteristiche del bando, come dalla definizione del bilancio per il prossimo anno, si verificherà la concretezza di queste intenzioni.

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